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Ambiente, Attualità

Mr. Aprica: “Turismo e raccolta differenziata, il modello Como che vince in Liguria. Con i nuovi sacchi codificati pagherà chi inquina”

Per i comaschi, compreso per chi scrive, Aprica era fino a qualche anno fa soltanto il nome di una bella località sciistica della Valtellina, difficile pensare che invece potesse insegnare alla Città di Volta a fare la raccolta differenziata. Invece così è stato, piano piano, fino ai risultati presentati l’altro giorno del primo trimestre dell’ultima rivoluzione, quella dell’unico ritiro settimanale del sacco nero con la differenziata salita al 73% (+4,4% sullo stesso periodo del 2022), +7% per l’umido, +5,6% la plastica e +1,7% la carta.

Filippo Agazzi, 57enne manager bergamasco, guida Aprica Spa quale amministratore delegato da quasi tre anni. Vi aspettavate di convincere i comaschi a fare così bene la differenziata?
Devo dire che i numeri sono stati subito buoni, tre o quattro anni fa si era già superato il 70%, poi è calata un po’ la tensione, c’è stato il Covid è vero, ma anche a livello di servizio credo servisse un rilancio, e con il nuovo appalto e le novità, c’è stata questa bella risposta dei cittadini, migliore anche di altri contesti urbani. Certo, si tratta di rivoluzioni che non avvengono dalla sera alla mattina.

In questi anni Como è anche cambiata profondamente, c’è stata l’esplosione del turismo.
Sì e questo incide soprattutto sulla pulizia della città, nei fine settimana. Sappiamo che il Comune ha commissionato uno studio sui flussi turistici, sono numeri importanti anche per noi. Attualmente abbiamo già potenziato il servizio nel weekend, cercando di assorbire il maggiore incremento di visitatori, ma si può sempre migliorare Aprica, dal 2008 è nel Gruppo A2A, oggi si occupa della raccolta rifiuti in diverse città della Lombardia: Brescia, Bergamo, Como e dal 1° gennaio, con la fusione per incorporazione di Linea Gestioni, anche a Lodi, Cremona e Crema, oltre che nel Mantovano, in Liguria e in Valle d’Aosta. Abbiamo 1.000 dipendenti, ma da gennaio saranno 1.700, con i comuni serviti che passeranno da 110 a 220, compreso il Golfo del Tigullio, da Portofino a Moneglia e 20 comuni della Valle d’Aosta compreso Courmayeur.

Insomma vi state specializzando in località turistiche, le più belle del mondo…
Lei scherza, ma noi portiamo sempre Como come referenza quando partecipiamo alle gare. Una città con una conformazione particolare, con il lago da una parte e i monti dall’altra, grandi flussi turistici. Credo che per vincere in Liguria questa esperienza sia stata determinante. Oggi il nostro gruppo si presenta come Life Company e deve competere come player nazionale e internazionale.

Torniamo a Como, avete annunciato diverse novità anche a livello tecnologico, cestini intelligenti e mappati.
Sì e siamo solo all’inizio, perché si va verso l’informatizzazione di tutto in modo da leggere e codificare anche i sacchi. In alcune città del Mantovano esiste già la tariffa puntuale, proposta dall’ente regolatore Arera, in linea con il principio europeo: chi inquina paga.

A che punto siamo a Como in Italia con la gestione dei rifiuti rispetto all’Europa?
Meglio di quello che uno pensi, certo, ora si deve iniziare a lavorare sulla qualità della differenziata e sulle nuove generazioni. Crediamo molto nelle attività di educazione ambientale nelle scuole, a Como c’è stata una bellissima risposta sul compostaggio, ad esempio. A livello di società ci stiamo spostando anche sul tema dell’acqua.

Ma i cinque nuovi ispettori ambientali nominati a Como saranno gli sceriffi dell’immondizia, pronti a multare chiunque?
No, anche perché non incassiamo noi le multe – sorride Agazzi – sono persone che dovranno prima di tutto collaborare e aiutare gli utenti. Credo sia importante però chiudere il cerchio, premiare chi si comporta bene e intervenire su chi invece non è corretto. Tutti conosciamo l’italiano medio, se nessuno dice nulla, l’emulazione avviene sempre in negativo. Ci saranno ancora gli abbandoni e gli irriducibili, ma gli ispettori saranno un deterrente. In altre città si è scelto di lasciare correre e fare intervenire solo gli operatori per pulire, ma con gli ispettori ci sarà anche un aspetto educativo.

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