Regina riaperta, il bel tempo in arrivo e la stagione turistica alle porte: un mix di ingredienti che può far solo ben sperare le attività del lago dopo due anni di pandemia. Eppure, ascoltando la voce di alcuni commercianti, la situazione non è proprio rose e fiori, infatti, secondo i piccoli negozietti del lago, sì i turisti sono arrivati e i paesi si sono finalmente rianimati dopo la fine dei lavori a Colonno, ma il boom di incassi è stato registrato solo da bar e ristoranti.
Il parere diffuso tra molto piccoli imprenditori laghée è quello che la chiusura della Regina sarebbe stata solo un ulteriore disagio tra i tanti che il settore sta patendo da anni: “E’ diventato ormai difficile quantificare i danni – denuncia Silvana di Fantasy Shop di Griante, località Cadenabbia – perché siamo stati messi in difficoltà oltre che dalla strada anche dalla pandemia e dalla crisi”.
“Siamo riusciti a rimanere a galla, ma solo perché ci siamo adattati – prosegue Silvana – infatti nel mio negozio vendo un po’ di tutto e ciò mi ha permesso di tenere certi tipi di prodotti che possono essere utili anche ai locali e non solo ai visitatori. Lo scorso anno invece ho chiuso un intero reparto, altrimenti avrei rischiato di andare in perdita”.
Certamente il cantiere di Colonno ha dato un’ulteriore mazzata a un settore già in bilico: “In questi mesi abbiamo comunque perso dei clienti – sottolinea – come tutti coloro che, andando a sciare in Valtellina, passavano dalle nostre zone, oppure tutti i turisti di giornata che facevano la Green Way durante il weekend. Questo è stato solo l’ennesimo grosso problema in mezzo a tanti altri, è ormai diventato difficile quantificare il danno”.
L’opinione non cambia nemmeno camminando qualche metro più avanti ed entrando nel negozio di abbigliamento Nuur, come ci racconta la titolare Gabriella: “Nonostante la riapertura della Regina, gli afflussi di turisti aumentano a rilento. Visitatori, sia italiani che stranieri, ce ne sono in giro, questo è innegabile, però non spendono. Credo che oltre alla pandemia e alla crisi mondiale, ora un fattore determinante per il turismo sarà la guerra”.
Emerge poi un aspetto preoccupante, di cui molti laghée hanno effettivamente paura: “Molti di noi si chiedono se, quando la Variante della Tremezzina sarà un giorno conclusa, la gente passerà ancora da noi – prosegue la negoziante – infatti anni fa, prima che costruissero la famosa Variante a Menaggio, avevo un’attività in paese che andava alla grande. Poi, quando la galleria è stata terminata, sia gli afflussi che le vendite sono calate di colpo”.
La situazione di instabilità odierna non fa perdere però la speranza di una ripresa a Gabriella: “Io comunque ci credo, sia nella mia attività che nel mio territorio, e per questo motivo sto ristrutturando il negozio per renderlo più bello agli occhi dei turisti”.
La situazione sicuramente non è semplice anche perché non è di certo figlia di questo ultimo periodo, ma sembra protrarsi da tanti anni, ben prima dell’inizio della pandemia, come ci racconta Stefano dell’Attracco della Moda: “Tremezzo vive sugli allori dagli anni ’70 – critica – non abbiamo un lungolago decente e non c’è molto in paese, è rimasto solo il buon nome. Negli anni non si è creato più nulla per i residenti, così i locali e le attività, mano a mano, hanno chiuso e chi abitava qui ha preferito trasferirsi altrove. Ora viviamo solamente con i turisti”.
Negli ultimi anni il titolare di Attracco Moda ha già affrontato momenti di crisi e ha dovuto cambiare radicalmente la sua attività: “Ho aperto il mio negozio nel 2004 – racconta – al tempo stavamo aperti quasi tutto l’anno e chiudevamo giusto un paio di settimane a febbraio. Ma con il passare del tempo tutto è cambiato. Siamo rimasti aperti sempre meno tempo e alla fine siamo diventati un negozio stagionale”. E la chiusura della statale non ha certamente dato una mano: “Ho appena riaperto, proprio da qualche giorno, anche a causa della Regina, ma i motivi sono molteplici. I turisti ci sono, questo è vero, ma non fanno acquisti nei negozi. Preferiscono di gran lunga il settore della ristorazione”.
Dalle parole che abbiamo raccolto, sono dunque emersi tanti spunti, ma la realtà dei fatti parla da sé: i negozi del lago tardano a ripartire, nonostante l’arrivo della stagione turistica e la riapertura della Regina. La speranza, arrivati a questo punto, è che l’estate porti una ventata d’aria fresca a livello di affluenza di visitatori per tutto il Lario, dando così una possibilità concreta per far uscire finalmente questo settore da una crisi nera che dura, ormai, da troppo tempo.
Un commento
Guardate che gli acquisti non sono calati perché a menaggio adesso c’è la galleria, è perché le cose via dal centro lago per non parlare di internet costano la metà…sfido chiunque a dire che a menaggio ci sia meno gente adesso che prima della galleria