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“Nel turismo in Svizzera un tirocinante prende 1800 franchi, le tasse sono al 22%. Como e l’Italia non reggono”

NOTA: questo articolo è stato pubblicato originariamente su ComoZero settimanale cartaceo uscito poco prima del rinnovo dei contratti nazionali per il comparto turistico, in merito a cui potete consultare qui le novità essenziali.

“Il sindacato si lamenta per i contratti di lavoro stagionale e per i turni spezzati (qui il riferimento)? Legittimo, ma anche anacronistico se mi permettete. Si tratta di contratti nazionali discussi dalla categoria proprio con Cgil, Cisl e Uil”. Luca Leoni, imprenditore con due alberghi a Bellagio, presidente degli albergatori di Confcommercio Como e vicepresidente di Federalberghi Lombardia accoglie come sempre volentieri la richiesta di chiarire la posizione della categoria.

Il problema sollevato dalla Filcams Cgil a Como esiste però, difficile negarlo.
“Ma certo e siamo anche noi albergatori a dirlo. Anzi faccio un passo in avanti. Perché allora il sindacato non ci aiuta a intervenire proprio nei contratti di lavoro sul regime di tassazione che un imprenditore del settore alberghiero subisce dallo Stato?”

L’altro nodo è quello dei turni di lavoro.
Sui turni spezzati si tratta di una tradizione lunghissima nel nostro mondo. Deriva dal fatto che molte attività vivono con gli ospiti in mezza pensione ad esempio. Così dopo le colazioni si rientra magari il pomeriggio. Se pensiamo alle situazioni di mare, credo sia così da oltre un secolo.

E anche quello è tutelato da un contratto nazionale del lavoro.
Che andrebbe adeguato. Io sono il primo a valutare troppo bassi alcuni stipendi minimi del settore turistico. Poi, certo che la concorrenza svizzera, ad esempio ci porta via tutto il personale.

Qual è oggi il rapporto di cifre tra Italia e Svizzera?
Ne parlavo giusto l’altro giorno con il mio amico presidente dell’Hotellerie Suisse. Lasciamo perdere il personale qualificato. Partiamo dal livello più basso, da un ragazzino. Da noi si direbbe uno stagista. In Canton Ticino un tirocinante il primo anno prende 1.300 franchi al mese, il secondo e terzo anno si superano i 1.800 che vuol dire uno stipendio italiano medio per il settore e non ha ancora finito di studiare. Ma agli albergatori va abbassato il cuneo fiscale, altrimenti questi stipendi come possiamo ritoccarli? Torniamo all’esempio del mio collega svizzero, la sua tassazione massima sul personale è del 22%. Questo vuol dire che lui per dare 2mila franchi a un dipendente ne investe meno di 2.500, mentre io per darne 2mila ne devo investire 3.500. Così non si riesce più a reggere il confronto.

Quindi l’unica soluzione potrebbe essere relativa alla tassazione, ma sembra davvero complessa.
Non ho detto che esiste un’unica soluzione. Si deve intervenire in più campi. Perché ad esempio non si creano alloggi dedicati a chi lavora nel settore turistico? Perché non si pensano agevolazioni per i trasporti dei residenti ad esempio? Chi ha un albergo sul Lago di Como come fa ad assumere un dipendente, magari con una famiglia non residente in un raggio di pochi chilometri? Oggi non c’è più un appartamento libero da affittare, ogni buco diventa un B&B, che spesso opera sul mercato senza il rispetto delle normative. Avete visto la protesta in Spagna per l’overtourism? Stiamo attenti perché non siamo molto distanti da lì.

Quindi si dovrebbe intervenire sul welfare dei lavoratori?
Certo. Io dico sempre, noi dobbiamo lavorare per vivere e non vivere per lavorare. Oggi i contratti sono su sei giorni lavorativi e 40 ore, parlo di contratti nazionali, non quelli di Luca Leoni. Io sono convinto invece che sia necessario fare risposare le persone due giorni alla settimana, però la politica dovrebbe intervenire a livello anche locale per favorire alcune categorie. Se non vogliamo iniziare dal settore turistico, partiamo dalla Sanità. Non ci sono alloggi per i dipendenti degli ospedali e delle case di riposo. Per i medici, gli infermieri… serve una politica sugli affitti e si deve fare in fretta. Poi, tornando alla sua domanda, c’è il discorso del welfare vero e proprio. Qualcosina si sta muovendo. Io se devo dare un aumento a un mio dipendente, questo viene polverizzato dalle tasse. Ora stanno nascendo alcune formule, oltre a quelle dei buoni pasto, i buoni benzina, quelli per il supermercato, per Amazon. Credo possano essere un aiuto concreto per le famiglie.

Ma alla fine il sindacato ha ragione o no a protestare?
Io sono favorevole a ritoccare gli stipendi al rialzo per tutte le figure impiegate negli hotel, parliamo anche di lavori usuranti. Dirò di più, sono favorevole ai contratti stabili a tempi indeterminato. Però dall’altra parte si deve intervenire sulla tassazione.

E’ indiscusso infatti che vi siano periodi di minor afflusso turistico, la stagione non è ancora di dodici mesi neppure sul Lago di Como.

Da qualche parte però si deve iniziare, altrimenti è un gatto che si morde la coda. Poi è vero, è più facile sparare sugli imprenditori del mondo alberghiero e in generale su quelli del turismo magari quelli del lusso, in un territorio come il nostro. Ma il turismo sta dando da mangiare a tanta gente e se c’è qualcuno che sta facendo solo cassa senza restituire nulla al territorio, non si tratta certo degli albergatori.

“Senza turisti tornereste a lavorare in fabbrica nella Como morta alle 19? Noi sognavamo la città così viva”

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29 Commenti

  1. inesatto paragonare semplicemente l’entrata per fare pura polemica.
    ci sono spese di alloggio e vitto e tasse da dedurre da questa cifra, dopo di che si può paragonare…
    tanta superficialità solo legata al denaro senza pensare a sana progettualità e sviluppo futuri… questo è triste per un paese che vive ancora con mentalità e modalità del secolo o dei secoli scorsi in un ambito in velocissima evoluzione. troppo bla bla in giro.😱

  2. Non è solo un problema di stipendi…se pensiamo alle partite IVA chi evade sono coloro che hanno come cliente un cittadino, chi non evade sono coloro che hanno come cliente una società o altra p.iva. Se lo stato riuscisse a far recuperare subito ai cittadini determinate spese, la proposta “1000 con fattura e 800 senza” non la potrebbero neanche proferire….e se considerate per quante cose vengono dette…si recupererebbero soldi

  3. Con questa intervista il limite del ridicolo è stato abbondantemente superato.
    Spesso frequento ristoranti e hotel a Como e provincia poiché ospito clienti in visita presso la mia azienda.
    La sola scorsa settimana per 5 giorni ho accompagnato alcuni clienti a pranzo e cena.
    Ristoranti il cui costo a persona è stato minimo 40 euro (18 se a pranzo) e massimo 80 (senza ordinare vino perché la loro religione lo proibisce).
    Dove possibile ho fatto quattro chiacchiere con i camerieri: quasi nessuno aveva compiuto studi in una scuola alberghiera, altri erano studenti che lavoravano per poi pagarsi le vacanze, per alcuni era un secondo lavoro poiché il contratto principale era part time.
    In un ristorante alquanto blasonato, evito ovviamente di pubblicare il nome, tutto e dico tutto il personale di sala (ad esclusione del Maître, del Sommelier) erano “a chiamata” e senza studi specifici. In molti hotel parte del personale proveniva da scuole alberghiere ma solo per effettuare la stage gratuito previsto nel piano formativo.
    Quindi costi del personale bassi e professionalità proporzionale al costo.
    Quanto alla “tradizione” vorrei far presente che la schiavitù nel Regno unito fu abolita con lo Slave Trade Act nel 1807. Se avessero osservato la “tradizione” ci sarebbe ancora.
    Cordiali Saluti
    ps: tralascio di commentare i recenti 200 euro a notte in un B&B nella maleodorante zona degli impianti CSU. I miei Clienti erano inorriditi (suppongo che l’annuncio pubblicato e la realtà fossero un tantino differenti)

  4. Quindi dovremmo contribuire noi cittadini con le tasse a pagare gli alloggi per i camerieri che poi servono ricchi turisti e arricchiscono il proprietario?. Sicuramente mi sfugge qualcosa.

  5. Come questi discorsi trovino sempre spazio sulla stampa italiana è vergognoso. Imprenditori con due alberghi a Bellaggio, margini e patrimoni milionari che fanno la morale e scaricano tutto sempre sullo stato.
    Lo stato italiano è un disastro è vero ma ricordiamo che:
    1. La parte più consistente del costo del lavoro è in capo al dipendente (Irpef e parte dei contributi). L’azienda fa da sostituto d’imposta ma il soggetto è il dipendente, non l’imprenditore.
    2. Il costo del lavoro in Italia è comunque più basso di Francia, UK e paesi comparabili (nonostante il cuneo fiscale) ma la differenza forte è che qua gli imprenditori hanno alzato i profitti sulla pelle della gente sfruttando alta disoccupazione e in generale un’attitudine “scaricabarile”
    3. I contratti nazionali indicano minimi. Le azienda sono assolutamente libere di cambiarli come credono.
    4. Guardate il bilancio di Villa D’Este e chiedetevi se una realtà che da più di 100 anni fa margini di Cartier sia corretto che paghi i propri dipendenti uno stipendio che li metta in difficoltà.

    Facciamo i seri dai.

    1. Concordo
      In certi hotel (soprattutto quegli da 5 stelle) le paghe sono veramente misere. Cercano di placare gli spiriti inserendo la mancia nella busta paga che sarebbe anche un + piacevole ma non ci campi un granché visto che in stagione bassa è quasi inesistente. Poi si lamentano che la gente non torna a lavorarci e prendono chiunque (furbetti sempre in malattia e svogliati cronici soprattutto) inficiando così quel paio di poveri cristi che oltre all’impegno sincero magari ci rimettono anche la salute. Eppure la busta paga se la ritrovano uguale allo scansafatiche di turno

    2. Non ho un’impresa ma se è vero quello che dice, perché non fa lei l’imprenditore? Se questo è un paese dove basta fare impresa e si é ricchi si faccia avanti

      1. Giuseppe, non pescare nel torbido.
        Non so che impresa tu abbia, ( potevi anche dirlo), comunque parlo da ex ristoratore italiano, ed ancora prima da operatore del settore in svizzera; quindi, per farla breve, “sentenzio”, che gli albergatori italiani “ci marciano”, in generale; mentre gli svizzeri forti della loro educazione civica, sono avanti decenni.

  6. “Perché allora il sindacato non ci aiuta a intervenire proprio nei contratti di lavoro sul regime di tassazione che un imprenditore del settore alberghiero subisce dallo Stato?” La più grande bugia italiana… non sono soldi che paga l’imprenditore ma il lavoratore. Questi bastxxxx credono che abbassando le tasse abbasseranno le RAL. Perché i soldi sia mai che siano distribuiti equamente, aumentando le possibilità di ogni aziende di guadagnare dando a tutti maggiore possibilità di spesa, in un’ottica di reale libero mercato, sia mai che le famiglie non arrivino a fine mese con l’acqua alla gola, che si possa fare figli prima dei 35 anni, che si possa pagare serenamente un mutuo o ristrutturare una casa per renderla ecologicamente meno impattante! No! I soldi devono restare tutti a loro… altrimenti mignoxxx e cocxxxx come le pagano?

  7. Mi è capitato di mangiare una pizza appena fuori dal centro di Lugano con bibita e caffè spendere poco più di 20 chf.
    A Como o sul lago spendo 20 €
    Chiedetegli se il personale lo pagano come in Svizzera

  8. Il contratto nazionale sancisce i minimi per ogni categoria. E le tutele minime. I datori di lavoro possono benissimo riconoscere stipendi e tutele maggiori. Si chiama contrattazione individuale, ed è prevista dalla legge. Per cui, dare la colpa solo al (ridicolo) contratto nazionale, non regge

  9. Caro signor Luca Leoni in Svizzera la tassazione sugli stipendi è al 22% semplicemente perché in quello Stato tutti pagano le tasse, fino all’ultimo centesimo! Qui invece abbiamo un governo che incentiva gli evasori, quindi qualcuno le tasse le dovrà pur pagare……
    Se in Italia abbassassero la tassazione sulle buste paghe dei lavoratori dipendenti qualche “bravo” imprenditore farebbe soldi a palate ancora di più e il bilancio dello stato andrebbe gambe all’aria!

    1. Ci provi lei a fare l’imprenditore oggi e poi torni qui a dire la sua… Gli unici che reggono sono le imprese familiari e con dipendenti stranieri, più affidabili… i nostri bamboccioni restano a casa col raffreddore

      1. Ci si prova e ci si riesce, senza evadere, pagando il giusto i dipendenti, facendo qualità e stando attenti all’impatto ambientale, senza evadere. Come ci si riesce? Utilizzando modelli di business attuali, non pensando di essere negli anni ’70 o ’80, non illudendosi che con un ristorante da 50 coperti si debba diventare ricchi, credendo di guadagnare molto di più dei propri dipendenti ma piuttosto condividendo con loro passione e fatica. Ci riesco io come molti altri. Se lei non ci riesce chiuda l’ attività e torni a fare il dipendente: evidentemente è l’ennesimo imprenditore incapace di cui il nostro paese non ha bisogno.

      2. Conosco aziende con maggioranza di dipendenti stranieri che stanno spesso a casa con il “raffreddore”, il problema è anche come si lavora, come schiavi, non rispettando regole….

    2. Ma non è vero,assolutamente!io conosco diversi giovani,nel turismo,nella ristorazione .turni incredibili,paga pochina.da non essere sufficiente per i propri sfizi.fortuna che abitano ancora,con i genitori!!!!DEONTOLOGIA…

    3. Bravo, trovo questo commento il più pertinente e conciso.
      Ma questi chi li vota? Gli stessi che danno ai “giovani” epiteti come fanc
      azzisti, sdraiati, divanati, choosy.
      Per evitare fraintendimenti, ho 67 anni…

  10. In Svizzera non hanno la metà del paese che mantiene l’altra metà, RdC, assegni di inclusioni, personale per milioni di enti inutili, bonus, superbonus, falsi invalidi, immigrati clandestini etc etc etc …sempre la solita storia.

    1. In Svizzera pagano le tasse, in Italia ci sono i soliti furbetti che evadono con la benedizione dall’alto. Gli evasori sono veri e propri rapinatori, e come tali dovrebbero essere trattati; invece nessuno ne parla e nessuno li cerca, perché i problemi dell’Italia sono solo i migranti e i vari bonus. L’Italia ha due problemi enormi: l’evasione e la criminalità organizzata; intersecato con entrambi c’è il lavoro nero. Quando si capirà questo sarà sempre troppo tardi.

    2. Esatto, sempre il solito indottrinamento che lei subisce senza farsi domande. Tutto a favore di persone molto più disoneste delle categorie che lei ha nominate, più ricche di lei ma che si lagnano millantando povertà e difficoltà inesistenti. Esempio? Daniela Santanchè. Truffare lo stato per milioni di euro durante una pandemia è per lei paragonabile al RdC?

  11. Sapete perché, al netto di tutto il resto, in CH la tassazione è al 22% e non al 50%? Perché lì NON fanno i “pasticci all’italiana” che anche l’intervistato invece auspica qui: niente bonus, niente detassazioni solo per alcune parti di welfare (mi spiegate il senso di tassare al 50% lo stipendio e a zero i buoni Amazon, di grazia?!), niente scorciatoie tipo “costruiamo le case per i camerieri o gli infermieri”. Le tax expenditures hanno devastato la fiscalità di questo Paese, andrebbero abolite e invece continuano a essere invocate, facciamo altre, scaviamoci ancora un po’ la fossa, non è abbastanza profonda…

      1. Ovviamente. Non a caso ho premesso “al netto di tutto il resto”, e il resto includeva una diversa propensione alla correttezza fiscale dei cittadini 😉

  12. A questo punto sarebbe interessante chiedere al Sig. Leoni per chi vota. Alle comunali, regionali, politiche ed europee.

    Lo so che non si può, ma il mio coerenziometro, uno strumento da me inventato, ne sarebbe curioso.

  13. Inutile lamentarsi ora…. bisognava muoversi 10 anni fa quando era chiaro che gli stipendi sarebbero stati massacrati all’inflazione REALE e non quella ufficiale della BCE dello 0,0000001!!!
    Troppo tardi ora piangere.

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