Da una semplice passeggiata nel bosco, spesso, possono nascere idee geniali e vere e proprie opere d’arte. Perché quando passione, tradizione e dedizione si uniscono, non servono Accademie per forgiare un artista.
E’ il caso di Nicolò Molinari, classe 1993 e residente a Nesso, ora disoccupato ma che in questo momento difficile ha trovato la scintilla per dedicarsi a un’attività speciale: la lavorazione del legno.
“E’ sempre stata una mia passione sin da bambino – spiega – il primo lockdown mi ha acceso la lampadina, prima facevo già qualcosa ma il tempo per affinare le opere era poco. Nei mesi trascorsi in casa, avendo più tempo, ho iniziato a lavorarci e impegnarmi maggiormente”.
Ma come nasce un’opera d’arte, partendo da un albero secco e “da buttare”? “Ogni pezzo di legno ha la sua storia – risponde Nicolò – bisogna tirarne fuori l’anima. La ricerca del legno giusto è la fase iniziale, lunga e faticosa. Con il mio trattore, vado nel bosco e studio i vari pezzi secchi che trovo per capire come li potrei modellare. Insomma, cerco di vederci dentro qualcosa”.
Una volta selezionato il legno giusto e avendolo fatto asciugare a casa, Nicolò si reca nel suo piccolo laboratorio e inizia a lavorarlo. Scalpello, mazza e compressore sono solo alcuni degli strumenti con cui il legno si trasforma in una creazione unica e speciale. “Realizzo soprattutto fioriere, taglieri, mestoli e animali – aggiunge – il prossimo passo sarà provare a creare tazze o portachiavi”.
Con così tanta passione e dedizione, il pensiero di renderlo un lavoro a tempo pieno non è certo mancato al giovane artista del legno. “Mi piacerebbe tanto poter iniziare un’attività tutta mia – spiega – ma purtroppo ora è difficile. Però sto sistemando il mio laboratorio, vorrei tenerlo come lavoro extra. E ho in mente un progetto con i bambini”.
Sarebbe? “Voglio fare capire alle nuove generazioni che non c’è solo la Play Station ma anche altro a cui ci si può appassionare – conclude – mi piacerebbe lavorare magari con le scuole, sarebbe bello insegnare l’arte del legno ai più piccini”.
Un commento
Bravo! Purtroppo i giovanissimi sono nebulizzati in sti benedetti schermini. Peccato. Non sanno cosa si perdono