Si levano le prime lance. Solo poche ore fa abbiamo dato la notizia (ferale per molti):
Via Ballarini, lavori in corso. Dopo 15 anni addio per sempre al Novocomum di Musa
Come detto, i privati si muovono nel pieno del diritto. Resta un punto, com’è possibile che un’opera fortemente voluta dall’amministrazione e dal comitato GT04 (2004, cento anni dalla nascita di Giuseppe Terragni) oggi possa essere cancellata così, senza possibili alternative?
Secondo quanto ricostruito negli uffici del Comune di Como sarebbe stato fatto di tutto per preservarla ma senza esito. In sostanza non vi sarebbe (condizionale necessario) un documento, un elemento, una firma qualsiasi che crei una connessione tra l’amministrazione e l’opera (passaggio che, anche vi fosse, non ne decreterebbe comunque un salvataggio certo).
“Le cose sono diverse – spiega l’ex assessore alla cultura Sergio Gaddi – all’epoca fui io a promuovere il Novocomum, misi d’accordo artista e proprietari. E’ ovvio, si tratta di privati e non era possibile vincolarla ma sono certo che vi siano ancora tutti gli strumenti per proteggerla”.
Quali? “Dopo 15 anni non so dire a memoria come fu portato avanti l’aspetto formale, se con delibere o determine, ma venne occupata una strada, allestito un ponteggio, portata una gru. Sicuramente vi sono atti in Comune”. E dunque, dice l’ex assessore: “Non ho la certezza ma il forte sospetto è che in quest’amministrazione non vi sia la competenza, la capacità o la volontà di trovare una soluzione. Ci sono molti indizi: guardate come è andato a finire il caso del coprifuoco in piazza De Gasperi. La giunta deve esercitare un’azione di governo, quando ero assessore io l’ho fatto e abbiamo realizzato l’opera di Musa. Fare politica è assumersi anche la responsabilità personale. Dicono che non sono in grado di preservare il lavoro, lo dicono loro. Io non mi fido”.
“E’ tutto molto triste”. Cala le braccia Attilio Terragni, pronipote di Giuseppe. “La riproduzione del Novocomum è l’ultima opera che ricorda il 2004, un anno fantastico, forse l’ultimo in cui Como ha vissuto qualcosa di davvero grande. Tutte le altre opere sono state abbattute senza pietà”. Ricorda l’architetto: “Per presentare il lavoro di Musa scrissi una prefazione “Pensare alla grande”. Ecco, facemmo qualcosa di importante e divertente per un centro storico che era un mortorio. A Como tutto cioò che è bello svanisce”.
In linea con Gaddi per quanto riguarda l’eventuale salvataggio del mega-murale: “Ci sarà pure un progetto, un passaggio in commissione urbanistica? Io dico, trovate un compromesso con la proprietà. E alla peggio, ragionate con buon senso, togli una cosa? Mettine un’altra”.