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Montagne di soldi, lingotti e monete da e per la Svizzera, l’imprenditore beccato: “Panni sporchi”, maxioperazione della Finanza

La Guardia di finanza di Como, nell’ambito di un procedimento penale pendente in Procura, ha sgominato un’organizzazione criminale dedita a riciclaggio di soldi sporchi e al commercio abusivo di oro, tramite il trasferimento di valuta in contanti nonché di oro da investimento in monete, da e per la Svizzera.

Due gli arresti, mentre sono state denunciate a piede libero complessivamente  19 persone. Inoltre sono stati sequestrati 36 kg di oro in lingotti e di sterline da investimento oltre a denaro contante per circa 660.000 euro e 5 autovetture.

L’indagine ha riguardato il settore del riciclaggio transnazionale di valuta, un flusso continuo che correva sull’autostrada che collega Milano – ma in realtà tutta l’Italia – con la Svizzera, con l’oro e la valuta che varcavano la dogana grazie a ingegnosi doppifondi ricavati sulle auto (video sotto).

Quest’ultima operazione è nata grazie all’arresto in flagranza di reato di due degli indagati, sorpresi dai militari all’uscita del casello autostradale di Brescia e intenti a scambiarsi un pacco di banconote: ben 138.500 euro consegnati da un imprenditore lombardo a uno di questi moderni spalloni perché li trasferisse in Svizzera.

Ed è proprio sui patrimoni di rientro dalla Svizzera che si sono concentrate le indagini delle Fiamme Gialle lariane che non solo hanno effettuato denunce e sequestri a carico di chi è rientrato in Italia senza effettuare le previste dichiarazioni in Dogana, ma che hanno anche approfondito le modalità con le quali i destinatari finali hanno costituito il loro tesoretto all’estero non dichiarandolo al Fisco.

Per questa ragione sono state segnalate, per altri approfondimenti fiscali, ai Reparti delle province di Parma, Napoli, Genova e Trento, le posizioni di coloro che detenevano illecitamente denaro in Svizzera.

I vertici dell’organizzazione, in sostanza, gestivano oltreconfine intermediari finanziari – nella forma per lo più di società fiduciarie o di cambiavalute – che per i clienti finali gestivano dapprima la monetizzazione dei flussi finanziari esteri e, successivamente, si occupavano del trasferimento dei fondi mediante”spalloni” provvedendo poi al ritiro del contante in Italia, al trasferimento oltreconfine e quindi al versamento in appositi conti correnti aperti in specifiche Banche elvetiche, oppure al deposito in cassette di sicurezza “anonime” dislocate non soltanto in Istituti di credito ma anche in uffici cambio.

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