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Pronti, pigiama, peluche! Alle 21 la maestra racconta (online) la storia della buonanotte. Meraviglia di via Sinigaglia

Se c’è una cosa che la didattica a distanza, in questi mesi di isolamento, ha messo in luce è che il vero problema della scuola non sono la poca tecnologia (anche) né gli edifici vetusti che risponderanno poco e male alle necessità di distanziamento (problema enorme) né la carenza di personale.

A tutto questo, volendo, c’è rimedio. Ma come risolvere il problema – enorme e vitale – della mancanza di contatti umani, delle chiacchiere tra compagni, dell’insegnante che mette da parte un attimo l’argomento del giorno per parlare di qualcosa d’altro, perché oggi in classe c’è bisogno di quello?

E allora è bello sapere che esistono insegnanti capaci di andare oltre l’appuntamento su Zoom e il programma da terminare, oltre lo schermo di un pc e le facce dei loro alunni ridotti a francobolli e l’audio a cui togliere il “muto” solo quando devono essere interrogati, per insegnare qualcosa di molto più importante e duraturo di tante nozioni scritte sui libri: la vicinanza.

E cosa c’è di più intimo e speciale per un bambino del momento in cui ci si prepara a dormire?

Da questa riflessione, alle maestre delle due quinte della scuola elementare di via Sinigaglia è nata la splendida idea della Lettura in pigiama.

 

“Stare con i ragazzi non è solo fare scuola – racconta Mariagrazia Crimi a nome di tutte le sue colleghe – in classe con i ragazzi avevamo molti momenti di dialogo, anche su temi importanti, ma con la didattica a distanza tutto questo si è un po’ interrotto ma non si è interrotta la loro voglia di parlare. Così abbiamo deciso di creare un momento tutto per loro che non fosse legato alla scuola, un modo per riallacciare un rapporto che si era perso”.

E così ogni venerdì sera alle 21 fino alla fine di giugno (quindi a scuola ampiamente terminata), maestre e ragazzi si ritrovano in pigiama per la lettura online di una storia: “Potrebbe sembrare una cosa per bambini piccoli – spiega – in realtà è un’occasione per creare, a fine lettura, un momento per parlare, per raccontare i propri pensieri e le proprie emozioni oltre il ruolo insegnante-alunno. C’è chi ha portato con sé il peluche con cui dorme, ma c’è anche chi è arrivato con il gatto o il cane e persino con il fratellino”.

“È un modo per lasciare ai nostri ragazzi, che l’anno prossimo andranno alle medie e non potranno più rivedersi in classe insieme, un ricordo positivo di questo periodo e mantenere i rapporti con i loro amici, che sono una delle cose più importanti che la scuola deve insegnare a coltivare”.

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