RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Pineta del Bisbino, alberi abbattuti a decine: “Ingiustificato, fanno piazza pulita”. Monti: “Necessario”

Cataste di rami, tronchi portati via dai camion e, dove prima c’era una fitta pineta, tratti di crinale spoglio. Cosa sta succedendo in questi giorni alla pineta centenaria del Bisbino?

Dopo l’abbattimento nel 2017 di un’ampia porzione di bosco, poi recintata e piantumata con oltre 700 essenze autoctone, questi nuovi interventi hanno preoccupato molti cernobbiesi tra cui un nostro lettore che, facendosi portavoce di un nutrito gruppo di suoi concittadini, ci ha contattati.

Nel mirino non solo i tagli di questi giorni ma l’intero progetto denominato “Interventi di riqualificazione e sostituzione degli impianti artificiali di resinose sulla vetta del Monte Bisbino” avviato dal Comune di Cernobbio (allora amministrato dal sindaco Paolo Frugoni) e affidato al Consorzio Forestale Lario Intelvese motivato – come si legge sul sito del Comune di Cernobbio – da “attacchi di insetti nocivi come il bostrico o fenomeni di schianto e rotture dovute all’azione del vento e della neve che hanno causato morie ed ingenti danni. Questi boschi, principalmente costituiti da abete rosso e per una quota minore di larice, sono ecosistemi molto fragili in quanto vengono a trovarsi al di fuori dell’area dove abitualmente crescono in modo ottimale”.

“Nel 2017 è stato eseguito l’abbattimento sperimentale di un gran numero di alberi secolari e la loro sostituzione con latifoglie in una porzione di pineta poi recintata – spiega chiedendo di rimanere anonimo – questo ‘test’ ha creato un enorme vuoto tra le piante che, incanalando i venti, ha causato la caduta, anche sulla strada, di alberi anche sani per un raggio molto ampio che sono stati abbattuti in questi giorni. Inoltre la manutenzione (in capo al Consorzio Forestale per sette anni Ndr) non è stata eseguita e quell’area è coperta da rovi e ginestre che hanno soffocato le nuove piantine, dove non già mangiate dai cervi entrati dalla recinzione caduta”.

Da qui la domanda: “Visto che questo primo test è evidentemente fallito e anzi, ha causato danni enormi, si fermeranno o intendono abbattere tutta la pineta? In un bosco è normale che ci siano alberi più o meno sani e alberi che cadono – continua – ma un conto è parlare di diradamento o abbattimento delle piante malate, un altro è fare piazza pulita di tutto. Anche sentir parlare di sostituzione con piante autoctone per una pineta che da cento anni è un patrimonio faunistico per la città suona quasi come un’epurazione non giustificata. E pensare che quel legname pregiato è a disposizione del Consorzio, che quindi può rivenderlo, in cambio di un abbattimento ingiustificato e di una manutenzione inesistente fa ancora più rabbia. I legittimi proprietari di quei boschi sono stati consultati?”.

Per fare chiarezza sulla questione abbiamo chiamato il sindaco di Cernobbio, Matteo Monti, che ai tempi dell’approvazione del progetto era presidente del Consorzio Forestale Lario Intelvese: “Non sono un sindaco boscaiolo, ci tengo alla montagna e voglio che continui a essere un punto attrattivo per il turismo ma si tratta di un’operazione necessaria per la messa in sicurezza della zona – spiega – in particolare le operazioni di questi giorni sono interventi urgenti per liberare 4 km di strada ancora chiusa dagli alberi abbattuti dal vento a inizio ottobre”.

E a chi gli contesta l’inutilità, fin dalle origini, del progetto risponde: “La caduta di piante sulla vetta del Bisbino rappresenta un problema annoso e un danno economico per il Comune – dice Monti – siamo appena intervenuti con 35mila euro e per il prossimo anno prevediamo altre spese considerevoli per il ripristino di muri e recinzioni abbattute, spese che la Regione contribuisce a finanziare solo in parte. Non vogliamo abbattere la pineta per il gusto di farlo ma dobbiamo assolutamente metterla in sicurezza e per farlo stiamo attuando il Piano di Assestamento Forestale che era fermo dal 2000”.

E i proprietari? “Il Comune è intervenuto con urgenza per la messa in sicurezza ma a oggi non si è fatto avanti nessuno né per reclamare diritti sul legname né, soprattutto, per fare la manutenzione e rispondere di eventuali danni”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

11 Commenti

  1. Ho un bel ricordo della pineta di alberi secolari del Bisbino e del suo bellissimo panorama. Mi spiace di questo disboscamento con motivazioni che non convincono i cittadini. Visto che già nell’abbattimento sperimentale del 2017 di alcuni alberi secolari sostituiti con piante di latifoglie hanno creato seri problemi alla strada e non solo danneggiando il patrimonio faunistico e l’ecosistema. Mi chiedo: non sarebbe stato meglio in questi anni una buona manutenzione della pineta? Ascoltate la gente alcuni di loro hanno conoscenza e consapevolezza del territorio.  O la voce del cittadino non conta nulla?
    Fermatevi !!!

  2. Gli abeti sono alberi che amano vivere in comunità come gli uomini e nella nostra pineta sembra di essere al centro di un organo che suona note dense di spiritualità. Peccato che vengano abbattuti esseri viventi così utili. Bruciare il legno di abete? Roba da pivelli. Eppure qualcuno ci ha pensato. Spero solo che di FERMINO PRESTO, prima che sia troppo tardi.

  3. Il Bisbino è uno dei luoghi in cui sono cresciuto, e in cui, appena posso, torno per prendere una boccata d aria pura in pineta e godere dello splendido panorama e paesaggio. Vedere delle ampie zone che sono state tagliate NON con criterio ma azzerando tutto lascia una sensazione di vuoto. Dove prima c erano alberi secolari e maestosi adesso hanno lasciato un arido deserto.
    Basta seguire la strada principale dal cimitero di Rovenna fino ai Murelli per vedere interi versanti della montagna tagliati e lasciati vuoti. Spero che chi segue questa “opera” si renda conto che ci vorranno altri cento anni per far tornare queste zone come “il polmone verde” che erano prima dell abbattimento.

  4. Siamo alle solite: gli alberi continuano a essere visti come un problema e mai come una soluzione. E dato che la manutenzione costa ed è faticosa, è sempre meglio abbatterli. Tanto poi ci sarà sempre qualcuno che ne beneficerà risparmiando sul riscaldamento. Chi è sensibile a questo argomento dovrebbe ricordarsene quando entra in cabina per votare…

  5. La pineta risale agli anni 30, in salute e robusta fini agli anni 90. Fitta, certo, ma ciò ha preservato la crescita del sottobosco invadente e l’ha preservata in tal modo da jncendi. Gli alberi si sviluppavano in altezza e si sostenevano lun l’altro. Poi è iniziato il disastro e questo è l’epilogo.

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo