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Piroscafo Patria, c’è speranza: ok al progetto di recupero. Ora verifiche su scafo e motori

Buone notizie per il futuro dello storico piroscafo Patria. La Soprintendenza ha dato l’autorizzazione, a lungo attesa, sul nuovo progetto di recupero del natante. Questo passaggio era necessario per immaginare – anche se il cammino è ancora complesso  – di rivedere il piroscafo navigare sul lago (gli approfondimenti).

“Si tratta di un risultato molto importate – spiega Enrico Guggiari promotore del piano vincitore del bando per la sua gestione indetto dall’Amministrazione Provinciale, proprietaria dagli anni Novanta del piroscafo – Lo attendavamo con ansia. Ciò non significa che quest’estate il Patria ripartirà ma è un primo step verso un futuro che si spera posa essere ricco di soddisfazioni. Il nostro obiettivo è puntato sull’estate 2023. Tutto ciò, naturalmente, se si verificheranno una serie di operazioni necessarie”.

Il primo piano, presentato dai soggetti che puntavano a gestirlo, che prevedeva l’ipotesi suggestiva di allestire mini crociere da 3 o 4 giorni su cui si puntava per la rinascita era infatti stato bocciato ed erano stati richiesti dei correttivi. Nuove indicazioni dunque inserite nel nuovo elaborato che ha superato il vaglio della Soprintendenza. I dettagli definitivi del piano che ha ottenuto il lascia passare non sono ancora stati resi noti nel dettaglio ma si parla dell’idea di organizzare dei viaggi giornalieri a tema e non viaggi più lunghi per i quali i era ipotizzata l’idea di creare a bordo delle camere. Questo perché i costi sono purtroppo aumentati a causa dell’immobilità del piroscafo e delle spese sempre in crescita connesse alla manutenzione.

Adesso si dovrà “cercare di capire nel dettaglio come sistemare lo scafo e anche verificare la situazione dei motori che non sono mai stati revisionati. Dobbiamo poi far fronte a una serie di nuove prescrizioni richieste  dalla Soprintendenza ma questo non ci preoccupa, si tratta infatti di interventi fattibili”, dice Guggiari. Un primo, necessario lavoro sarà infine quello “di trovare un cantiere dove potere portare il piroscafo e dopo averlo messo a secco, verificare lo scafo. Bisognerà accordarsi con la Navigazione. Poi si capirà come e dove intervenire”, conclude sempre Guggiari.

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