Ne avevamo parlato nei giorni scorsi perché era apparso come un fatto alquanto discutibile. Ma la situazione sembra complicarsi ancora di più visto che in Svizzera farsi un tuffo in piscina con il caldo di questi giorni sta diventando sempre più difficile se non si è svizzeri.
Ma andiamo per ordine. A inizio luglio un comune nel Canton Giura ha deciso di precludere ai non residenti – con particolare riferimento ai frontalieri – l’accesso alla piscina pubblica, chiamando in causa problemi di eccessiva affluenza
Decisione che fece intervenire anche la Commissione contro il razzismo.
Subito dopo la Lega dei ticinesi propose di fare qualcosa di simile in Ticino per limitare l’uso delle piscine ai frontalieri italiani.
Nelle ultime ore altre due notizie. La prima arriva da Lucerna dove il Seebad Luzern – come riporta la RSI – lo storico stabilimento balneare nel cuore della città ha infatti deciso di precludere l’ingresso, quando l’affluenza è elevata, ai gruppi turistici di 6 o più persone. Ciò sembra concernere in particolare i gruppi dalla Cina, che primeggiano fra i visitatori dall’estero.
L’avvertenza pubblicata sul portale web dello stabilimento, oltre che in tedesco e in inglese, è scritta anche nella loro lingua.
Interpellata dal Blick, Rosie Bitterli Mucha, presidente del consiglio d’amministrazione della struttura, precisa che “i gruppi occupano da subito molto spazio in acqua e sono generalmente rumorosi. Inoltre gli stranieri spesso non sanno bene come nuotare nel lago profondo, che spesso percepiscono come freddo”, spiega Bitterli Mucha che evidenzia come sia una situazione che riguarda spesso persone asiatiche.
E nel frattempo la Lega dei ticinesi dai proclami iniziali è passata ai fatti. Con una mozione che riguarda le piscine di Mendrisio, 3 consiglieri comunali della Lega, chiedono che la città “valuti l’adozione di misure focalizzate sui fine settimana e i giorni festivi e mirate in particolare ai residenti d’oltre confine”.