Si è tenuto oggi l’evento “Verso una giustizia aumentata. L’innovazione tecnologica al servizio dei diritti”, un’occasione di confronto tra istituzioni, giuristi, tecnologi e professionisti del settore su come l’intelligenza artificiale possa trasformare il sistema giudiziario rendendolo più efficiente, equo e accessibile, nel pieno rispetto dei principi costituzionali.
Al centro dell’intervento introduttivo del Sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti, un concetto chiave: costruire una giustizia “aumentata”, non solo in senso tecnico, ma come strumento consapevole, sicuro ed etico al servizio della collettività. Un modello di giustizia che – grazie al digitale – riduca i tempi dei procedimenti, migliori la qualità delle decisioni, semplifichi il lavoro degli operatori e garantisca l’accesso equo a tutti i cittadini.
Sono stati individuati dodici punti strategici che guidano questa trasformazione: dalla razionalizzazione delle udienze per combattere la prescrizione, all’uso dell’IA per rafforzare la coerenza logica delle sentenze, dalla necessità di preservare l’autonomia del giudice e del difensore, fino alla richiesta di trasparenza algoritmica, sicurezza informatica e parità di accesso alla tecnologia, per non creare disparità tra le parti.
Grande attenzione è stata riservata al ruolo delle norme, in particolare all’articolo 15 del DDL Intelligenza Artificiale, recentemente approvato dal Senato, il quale ribadisce che la decisione finale spetta sempre al magistrato. Tra gli altri temi affrontati: la necessità di formazione continua degli operatori, la lotta al digital divide nei servizi legati alla giustizia, l’istituzione di un Osservatorio permanente sull’IA in magistratura e l’apertura di tavoli tecnici per definire la responsabilità civile e penale derivante dall’uso dell’AI. Nel corso del suo intervento, il Sottosegretario Butti ha sottolineato il ruolo attivo del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, impegnato nel supporto alle riforme normative, nell’affiancare le PA e nel promuovere una cultura della trasformazione etica e sostenibile. “Una giustizia aumentata – ha dichiarato – è una giustizia più umana, non più disumana. Dove la tecnologia non sostituisce il giudizio, ma lo aiuta a essere più giusto”.
L’incontro segna un ulteriore passo verso l’adozione responsabile dell’intelligenza artificiale nel mondo della giustizia e l’inizio di un percorso che vedrà coinvolti tutti gli attori – istituzionali e professionali – nella definizione di un modello italiano di giustizia digitale democratica, al passo con le sfide del presente e del futuro.