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Ripartenza e libertà sfrenate, scrive Adriano: “Moto a tutto gas, auto come discoteche. Qui serve la solerzia dei vigili”

Soprattutto i bar sono un po’ finiti (anche loro malgrado, per l’indisciplina degli avventori) nel mirino di sindaci e governatori negli ultimi giorno. Tema di fondo, il rischio di assembramenti eccessivi e in taluni casi lo scarso senso civico dei clienti, soprattutto in tempi di emergenza sanitaria.

Ci sono però altri punti di vista, come quello espresso da Adriano Caverzasio nel messaggio che ci ha inviato. Viene espresso compiacimento per l’osservanza delle regole da parte delle diverse attività constatato di persona e, semmai, si sposta il tema del senso civico e dell’educazione su tutt’altro fronte, in particolare tra le vie della città, sottolineando nel contempo l’esigenza di un maggiore controllo su questo versante da parte della polizia locale.

Pubblichiamo di seguito il breve ma significativo messaggio integralmente.

Questa settimana sono state fatte le prove per la nuova ripartenza. Devo dire, per quel poco che ho potuto osservare, che negozi, attività produttive, bar e luoghi di incontri, hanno recepito le direttive per evitare contagi.

Dopo questo lungo periodo di forzato isolamento, osservo che molti confondono la libertà, con la libertà di poter fare tutto e senza limiti.

Motociclette che sfrecciano a tutto gas con marmitte manomesse, auto con finestrini aperti con musiche assordanti in grado di far tremare i vetri, per non parlare di compagnie chiassose che si divertono a discutere e urlare. Questi schiamazzi avvengono di giorno ma soprattutto la sera e a notte fonda.

Purtroppo non vedo la polizia locale contrastare questi comportamenti, con la stessa solerzia con cui sanzionano chi non ha la mascherina o non rispetta le distanze.

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Un commento

  1. Nel mio piccolo ho avuto la stessa percezione. In massima parte le attività commerciali, ma anche e soprattutto quelle del mercato, a dire il vero, si sono attenute con scrupolo e senso di responsabilità alle disposizioni.
    Mi dicono che alcuni hanno inserito tra le voci degli scontrini delle consumazioni anche la voce “Contributo Covid19”. Non vorrei che qualche avventore abbia frainteso e abbia pensato di dover contribuire, in questo modo, alla diffusione del virus. Ma anche se dopo le esternalizzazioni del’’Assessore alla Sanità di Regione Lombardia sul tema contagi è possibile di tutto, mi sembrerebbe assai strano.
    In ogni caso, a parte il contributo, mi sembra che quasi tutti gli esercenti hanno rispettato con zelo le disposizioni a contrasto dell’epidemia.
    Invece, con somma sorpresa, si è vista una diffusione inaspettata di “tamarri” (i romani li chiamano “coatti”) per le vie della nostra città. Radio a tutto volume, toni della voce fuori misura, motociclette con silenziatori inesistenti, mancavano solo i tornei del rutto libero e di sputacchio a distanza e avremmo raggiunto l’apoteosi del “bon ton”! Un mio vecchio amico dice che la causa è la chiusura delle discoteche e degli stadi. In periodi normali ritiene che i “tamarri” si radunino quasi tutti li. Mah….sarà!
    Purtoppo, dopo il “lockdown” e dopo l’esempio della “star del papeete”…..i “tamarri” si sono esaltati e sembrano incontenibili!!

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