Divampa (nuovamente) la polemica sul possibile nuovo accordo Italia-Svizzera su ristorni e ancor più sulla nuova fiscalità – doppia – a carico dei frontalieri, sulla scia degli accordi mai raficati nel 2015 ma rilanciati in grande stile dall’ormai celeberrima lettera firmata da Attilio Fontana e Christian Vitta il 30 aprile scorso.
All’annuncio del Consiglio di Stato di erogare gli 89 milioni di franchi ai comuni italiani di frontiera – come peraltro assolutamente inevitabile visti gli accordi a tuttora in vigore – ha esultato l’assessore regionale Massimo Sertori (Lega, nella foto con il presidente del Gran Consiglio Norma Gobbi): “Anche grazie all’interlocuzione tra Regione Lombardia e Canton Ticino e alla luce delle osservazioni contenute nella lettera congiunta trasmessa il 30 aprile ai rispettivi governi centrali – commenta Massimo Sertori, assessore regionale con delega ai rapporti con la Svizzera – i ristorni dei frontalieri, ovvero quella percentuale di tasse pagate in Svizzera e che vengono ridistribuite in Italia, non verranno bloccati come successo nel 2011”
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“Il tempo è galantuomo – conclude Sertori – Alla politica “urlata” e della polemica ad ogni costo, preferiamo di gran lunga quella dei fatti e di un’azione ragionata a favore di questa categoria di lavoratori”.
Di tutt’altro tenore la replica di marca Pd, tramite il senatore Alessandro Alfieri e il consigliere regionale Angelo Orsenigo.
“Ci vuole un gran coraggio da parte di Regione Lombardia per tentare di intitolarsi il merito del pagamento di 90 milioni di euro in ristorni dei frontalieri comunicato dal Consiglio di Stato del Ticino nel pieno rispetto degli accordi in vigore – affermano i due dem in una nota congiunta – Eppure l’assessore regionale Sertori ci ha provato dichiarando che la mediazione della Lombardia è stata funzionale al risultato. È forse un tentativo scadente di nascondere la lettera di Attilio Fontana dello scorso aprile in cui si supportava, pur senza autorità alcuna e senza aver interpellato i sindacati, un accordo peggiorativo sulla fiscalità dei frontalieri?”.
“Va però chiarita una cosa – aggiungono Alfieri e Orsenigo – non abbiamo intenzione di svendere i nostri lavoratori per qualche euro di più in ristorni. Bene le cifre sbloccate dalla Svizzera ma non apriremo mai un negoziato su nuove fiscalità sotto ricatto”.
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“I diritti dei nostri lavoratori non possono essere comprati o venduti come invece era pronta a fare Regione con la lettera dello scorso aprile – concludono i due esponenti Pd – Documento firmato in piena emergenza Coronavirus per nascondere la pugnalata sferrata alle spalle di tutte le comunità e le amministrazioni di frontiera e per accaparrarsi avidamente una fetta dei ristorni in cambio di una resa totale alle richieste svizzere. Le affermazioni di Sertori sono una toppa peggiore del buco ma fortunatamente i frontalieri non hanno la memoria corta”.