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Ritardi, soppressioni, vagoni pollaio. Silvia Guerini: “Pendolari comaschi di Trenord, uniamoci”

La vita di Silvia è cambiata da un giorno all’altro e non per sua scelta. Silvia Guerini ha 47 anni e aveva scelto di vivere a Como anche per il suo lavoro al Politecnico, Dipartimento di Design. “Nel 2016 purtroppo il Polo di Como ha chiuso i battenti e così sono diventata una dei tanti pendolari tra Como e Milano”. Quanti sono i pendolari comaschi? Difficile a dirsi, sicuramente migliaia per questioni di studio o di lavoro e di solito ce n’è più o meno uno in ogni famiglia. Il mezzo preferito? Il treno naturalmente, con ben due linee che collegano la Città di Volta alla Metropoli. Almeno i treni oggi sono cambiati rispetto alla fine del secolo scorso, da marroni e a verdi o bicolore, niente più carrozze sedili di legno con letali elementi che scaldano sotto i sedili magari sugli affollati Omnibus che facevano tutte le fermate. Problemi e disagi però non mancano anche ora, tanto che Silvia ha un sogno: provare a formare un club, un’associazione di pendolari che si affianchi a Trenord per migliorare il servizio. Merito un po’ anche di ComoZero e di una lettera di una lettrice di qualche settimana fa.

“Quando l’ho letta ho pensato, allora non solo la sola che la pensa così. Il problema non è soltanto il costo dei biglietti che aumenta a fronte di un servizio in continuo peggioramento ma, specialmente per i lavoratori, nessuno ci giustifica quando arriviamo al lavoro in ritardo, nessuno ci permette di recuperare davvero i soldi spesi per gli abbonamenti e le ore perse in questo modo assurdo. È frustrante e disarmante. Vedo che i passeggeri che sentono questo problema non sono pochi. Ho pensato, non si potrebbe creare una associazione pendolari di questa linea che possa far sentire la propria voce in modo univoco? Io non ne ho trovato più traccia, ma magari se esiste già, qualcuno può gentilmente segnalarmela? Grazie e buona giornata”.

Scegliamo di approfondire la questione direttamente con Silvia. Lei ci risponde proprio dal treno. “Sto viaggiando in piedi, come capita spesso quando i convogli sono affollati” spiega.

“Se parliamo del servizio passato rispetto all’attuale mi sembra di notare che non sia molto cambiato, i treni devo dire che si mantengono in uno stato abbastanza decoroso, con display attivi di segnalazione delle fermate e aria condizionata nei mesi caldi (anche se non sempre) o riscaldamento in quelli freddi… Purtroppo però nelle ore di punta c’è sempre sovraffollamento, in alcuni casi a mio avviso con carrozze insufficienti per l’orario”.

Non ha notato nessun miglioramento nel servizio dal 2016 a oggi?
No, non posso dire che il servizio di Trenord sia migliorato. Un inconveniente invece che salta all’occhio sono i ritardi o le eventuali soppressioni (giusto per citarne una, l’altra sera hanno soppresso il treno per Como delle 18.07 da Bovisa, due mattine prima quello delle 7.51 da Borghi per Milano). Le maggiori difficoltà che incontro sono i ritardi che non mi fanno arrivare in tempo al lavoro la mattina, o prendere l’autobus urbano che mi porta nel quartiere in cui abito la sera. Se perdo la coincidenza devo attendere almeno mezz’ora. Certo, chi ha l’auto o abita vicino alle stazioni non ha questo problema, ma io credo che il trasporto pubblico vada incentivato”

Ricorda qualche episodio particolare nella sua vita da pendolare?
Solo uno? Questa estate, a luglio, viene sospesa letteralmente la tratta per inefficienza. Ore di disagi, caldo estremo. Alla stazione in Bovisa mi hanno detto di prendere la linea che passa da Villapizzone per Como San Giovanni lasciandomi in balìa del nulla. Oppure la settimana scorsa, un altro episodio analogo, treno da Milano Cadorna in estremo ritardo ma non soppresso, riesco comunque a prenderlo e alla fine ci lasciano tutti a Camerlata ad aspettare il treno che arriva dopo. Ma potrei andare avanti all’infinito con questi episodi.

Cosa si sente di suggerire a Trenord o a Regione Lombardia per migliorare il servizio?
Non credo che la Regione faccia abbastanza in tema di sostenibilità ambientale riguardo il trasporto pubblico su rotaia. Eppure i treni sono sempre pieni, vuol dire che nonostante tutto le persone li utilizzano e ne hanno bisogno. Servirebbero però investimenti per potenziare il servizio in particolare negli orari dei pendolari. Poi si dovrebbero garantire maggiormente presenza e puntualità. Ho l’impressione che la customer satisfaction non venga molto presa in considerazione, ci si preoccupa solo che il cliente che paga possa prendere il treno. Siamo tanti pendolari e credo potremmo aiutare a migliorare il servizio. Ho cercato di aderire ad associazioni di pendolari, ma mi risulta che a Como non ne abbia più attive e questo è davvero un peccato”.

Tutti si lamentano del servizio, ma nessuno si muove insomma, a differenza di altre città e di altre tratte. A Como sono piuttosto attivi i gruppi social, esiste un Comitato di pendolari, ma riguarda la Como-Lecco. Nulla a che vedere ad esempio con l’organizzazione della Mi.Mo.Al. dei pendolari della Milano-Mortara-Alessandria. La pensate come Silvia? Se volete mettervi in contatto con lei potete scrivere a redazionecomozero@gmail.com

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7 Commenti

  1. Stamattina a causa di un problema a un passaggio a livello a Grandate, sembra, sulla linea Como-Milano i treni erano bloccati. Sono sceso in auto fino a Saronno per prendere il treno da lì. Non funzionava il POS della biglietteria e neppure quello delle biglietterie automatiche. Problemi di connessione dicono. Per fortuna avevo spicci perchè anche il resto latitava. Sono salito di corsa sul treno che partiva per Centrale. Immediatamente, il controllore mi ha chiesto il certificato di viaggio. Ho pensato di mandarlo a quel paese ma poi ho pensato che lui fa il suo mestiere e io ho pagato il biglietto indipendentemente dal ritardo, dal POS che non funzionava e dalle biglietterie automatiche che ti fanno perdere tempo con domande inutili. Il punto è questo. Sui mezzi di TreNord, nei Pronto Soccorso degli Ospedali, nelle Sale d’attesa del Medico di base, ecc.ecc. pervade una profonda rassegnazione. Ci si arrabbia solo quando qualche balubetto straparla di eccellenza lombarda ma neppure più di tanto. Ormai cosa vogliamo farci.

  2. Occorre ricordare che per chi ha una disabilità, il mezzo pubblico di trasporto diventa l’unico mezzo utilizzabile. Il ministro della disabilità ha i nostri natali e prima di essere ministro è stato assessore in regione. Si faccia portavoce, vista la vicinanza di partito, e faccia pressione perchè i mezzi di trasporto funzionino e siano capillari per consentire una reale inclusione.

  3. Ma non è un tilo? Cosa c’entra trenord? Il classico treno affollato da turisti e pendolari poi foto scattata almeno nel 2022 gente con mascherine e abiti molto leggeri non è certo dicembre 2023

      1. Il numero di carrozze che circolano lo decide comunque la Svizzera o meglio la TILO. Semplicemente nel tratto italiano , da chiasso , cambia il personale che diventa quello di trenord. L’unica differenza sostanziale è che in Svizzera circolano anche senza le ruote quasi quasi mentre in Italia ci sono norme di sicurezza più severe, ma cose come i bagni guasti, le due sezioni di treno che a volte vengono chiuse perché il citofono di emergenza non funziona, arrivano già belli che guasti dagli amici svizzeri, mentre per quanto riguarda la
        Pessima gestione della circolazione, quindi ritardi e passaggi a livello ecc, è tutto merito dell’eccellenza di Retr Ferroviaria a italiana proprietaria dei binari

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