Ci siamo. O forse dovremmo esserci. Quasi.
E’ bene usare la cautela, in effetti, davanti un fantasma chiamato rotonda di piazza San Rocco, altrimenti nota come “in fondo alla Napoleona”. La cautela, d’altronde, è d’obbligo visto che già nell’agosto scorso – ma persino nella precedente campagna elettorale – sia il sindaco Mario Landriscina, sia con ancor più convinzione l’assessore alla Viabilità, Vincenzo Bella, avevano garantito in tempi molto rapidi la sperimentazione del rondò all’intersezione tra via Grandi, via Alciato, via Milano Alta e, appunto, la Napoleona. Sono passati oltre 7 mesi – con tante urgenze viarie di mezzo, a dire il vero, a partire dal viadotto dei Lavatoi – ma nella realtà la sperimentazione dell’opera (proposta a suon di 850 firme dall’Associazione utenti della strada dell’avvocato Mario Lavatelli) non è partita. Logico, per certi aspetti: ancorché per una “semplice” prova sul campo, andava comunque redatto un progetto robusto, preciso e sostenibile. Cosa, questa, che ora risulta compiuta. E allora cosa blocca ancora l’esperimento su uno dei nodi per cui, nel tempo, sono state avanzate tante proposte, non ultima quella dei semafori contenuta nel Piano del traffico commissionato dal centrosinistra alla società Polinomia e poi rimasto nei cassetti?
I rumors più attendibili conducono sempre a lui, Pierantonio Lorini, principe dei dirigenti comunali, tecnico sopraffino ma anche assai creativo. E non comodissimo per molti assessori del passato. Pare infatti che il bel Pier sia tutt’altro che convinto di quel progetto – cosa peraltro mai nascosta – e che ora che sarà chiamato ad esprimersi anche formalmente sull’inserimento del maxirondò, sia pronto ad apporre la sua firma su un “visto, si blocchi”. O si rinvii. O piuttosto ancora, si valuti un intervento del genere (comunque poco gradito e scartato, come si diceva, anche da Polinomia) solo e soltanto quando si potrà risolvere anche il nodo cerniera viale Roosevelt-via Grandi-via Italia Libera oggi governato da un intrico di semafori (e code). Insomma, una prudenza che andrebbe a cozzare con una volontà decisamente diversa e anch’essa non tenera: quella dell’assessore Bella, al contrario deciso a rimettere a brevissimo la scelta politica favorevole alla sperimentazione (sostenuta dal sindaco) in cima alla scala gerarchica di chi decide a Palazzo Cernezzi che cosa si fa e che cosa non si fa.
Negli anni, Lorini – con la sua padronanza tecnica e quel sorriso da copertina – ha “steso” molti assessori, con la dolcezza del pitone. Bella passa come un duro. Un tecnico che però crede nel primato della scelta politica Meglio prendere i popcorn e aspettare la fumata della giunta per capire l’esito del match. Manca poco.