La questione è al centro del dibattito da giorni. Fare o non fare l’edizione del Salone del Mobile 2021?
Il Salone e il Fuorisalone sono eventi che coinvolgono un’ampia fetta dell’imprenditoria comasca.
Nel pieno della pandemia all’interno di Federlegno Arredo Eventi si è creata una spaccatura che ha portato oggi anche all’intervento di Regione Lombardia, con l’assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Moda Lara Magoni.
“La ripresa dei grandi eventi internazionali è fondamentale per il rilancio dell’economia lombarda e nazionale. In tal senso, mi auguro vivamente che un appuntamento prestigioso come il Salone del Mobile, possa tenersi nei prossimi mesi. Auspico quindi che si trovi una soluzione al più presto, in grado di dare una giusta continuità ad un evento che rappresenta il design lombardo ed italiano nel mondo”.
La politica non è bastata, la frattura è insanabile e in queste ore ha portato alle dimissioni del presidente del Salone, Claudio Luti.
Lo ha annunciato in una nota non fraintendibile: “Si è evidenziata la volontà da parte delle aziende di rinunciare a partecipare al Salone di settembre, rendendo difficoltoso dar vita a una manifestazione di qualità, rappresentativa del Settore nel suo insieme. La diversità di visione globale del Settore è la motivazione” che lo ha portato a lasciare Federlegno prima del Cda.
“Lasciare la Presidenza del Salone in un momento così delicato e complesso è una scelta dolorosa e sofferta- scrive Luti – Mi sono impegnato in questi anni per affermare la Manifestazione quale raffigurazione del sistema a livello internazionale, ma non ci sono più le condizioni per perseguire una mia visione di compattezza del Settore per il bene comune. Rispetto le decisioni di tutti ma non condivido la volontà di non fare squadra in un momento così delicato e di rinunciare almeno a provare a definire un percorso concreto per fare quello che potrebbe essere il Salone simbolo della ripresa del Paese”.
E conclude: “Certamente riconosco le difficoltà e anche le incognite che ci impediscono ora di chiarire tutte le incertezze date dallo scenario pandemico ancora incombente. Ma quello che conta per me è la comune volontà di intenti, che è venuta a mancare. Resta il mio indiscusso rispetto e affetto per il Salone del Mobile che continuerò a sostenere e mi auguro che il lavoro di tutti prosegua con l’obiettivo di preservare le emozioni, le suggestioni e la forza che il Salone da sempre porta a Milano”.
Secondo quanto è stato ricostruito sarebbero stati gli imprenditori brianzoli, a differenza dei milanesi, a frenare. Il dubbio dei primi è stato chiaro: come organizzare al volo un evento di tale portata e essere sicuri di attirare investitori e acquirenti stranieri?
Secondo Luti, viceversa, procedere avrebbe portato a un segnale di fiducia e tenuta sia in Italia che fuori. Una botta ai timori pandemici per dirla più prosaicamente.