Sei ettari di bosco abbandonati da 40 anni. Un polmone verde che, nel corso dei decenni si è esteso, è cresciuto selvaggio, senza controlli e senza l’intervento della mano umana, andando così ad inglobare tutto ciò che era sorto intorno e nascondendo le tracce di vita e di ogni attività passata. Tutto nel cuore di Como, nell’immensa area verde della collina del San Martino, là dove sorgeva l’ex ospedale psichiatrico e dove, da pochi giorni, sono partiti, nella parte di compendio di proprietà di Ats Insubria (ci sono poi i vecchi padiglioni dell’ospedale di proprietà di Asst Lariana), i lavori per realizzare un immenso Bosco Didattico.
A capo del progetto la Cooperativa Sociale Arca il cui responsabile Maurizio Galli spiega cosa si sta facendo. “Sono partiti gli interventi che inizialmente andranno a creare dei percorsi didattici nell’immensa zona verde che abbiamo a disposizione e che rientra nel nostro ampio progetto”. Va poi sottolineato come l’area del Bosco del San Martino sia anche uno snodo e punto di connessione strategico tra le aree boschive a Sud, il Parco della Spina Verde, la valle del Cosia e il Triangolo Lariano. “La prima fase dei lavori si chiuderà a inizio 2025, anche se speriamo di arrivare a fine 2024 pronti a inaugurare – continua Galli – le operazioni in corso attualmente riguarderanno i sei ettari a disposizione e di proprietà di Ats. Di questi, 3 ettari sono in buone condizioni e su questi ci concentreremo adesso. Gli altri tre invece sono più difficili da lavorare e in condizioni più complesse, in parte impenetrabili, andandosi ad estendere anche in zone scoscese. Noi cominceremo dalla parte meno difficile e progressivamente andremo a coprire l’intera superficie. Andremo innanzitutto a ricostruire i vecchi sentieri esistenti un tempo, visto che questa era un’area agricola dove ci si spostava seguendo appunto dei tracciati. Andremo da subito a individuare i sentieri verdi e i vari collegamenti. Obiettivo è portare le scolaresche a visitarlo e a studiare flora e fauna. Successivamente con tour guidati, apriremo il Bosco anche ai cittadini”.
Tra le tante meraviglie di questo luogo incontaminato ormai da quasi 50 anni si scopre che “hanno trovato rifugio e casa diversi animali tra cui volpi, che vediamo spesso, e tassi”. Inoltre da un censimento eseguito di recente sono state individuate ben 1.500 piante ad alto fusto. “Questo bosco è vitale perché cattura parte della Co2 prodotta dallo smog della città e la assorbe, con una grande funzione purificatrice”, spiega sempre Galli.
Il progetto è dunque finalizzato in primis per un uso a favore delle scuole ed è realizzato dalla Cooperativa Arca e dalla Cooperativa Humus che si occupano anche di reinserimento lavorativo legato al complesso mondo delle dipendenze patologiche. “Nel bosco infatti andranno a lavorare come giardinieri dei nostri ospiti dopo la dovuta formazione. Il nostro è infatti un percorso sociale e terapeutico di reinserimento. Come Arca abbiamo previsto di reinvestire nel progetto, laddove ci fossero degli utili. Inoltre abbiamo vinto un bando di Fondazione Cariplo, il progetto richiede infatti diverse centinaia di migliaia di euro, così parteciperemo poi ad altri bandi per intercettare altre risorse”, spiega Maurizio Galli.
Quando poi il piano degli interventi sarà ben avviato, e ovviamente sempre in base alle somme raccolte, c’è anche l’idea di “costruire la Casa del Parco, una struttura che ospiterà servizi didattici e spazi informativi da tenere attivo all’interno del Bosco”, racconta Galli che evidenzia anche un altro elemento. “Nostro obiettivo è poi anche quello di essere inseriti nell’albo regionale dei Boschi didattici, istituito nel 2020. Abbiamo tutti i requisiti necessari e sarebbe dunque un importante risultato”, conclude Galli.
2 Commenti
È inquietante leggere che secondo chi sta agendo nel bellissimo parcoforesta si parli di una parte da risanare. Evidentemente chi parla non ha la benché minima idea di cosa sia un bosco SINTROPICO.
I 6 ETTARI SONO IN PERFETTO EQUILIBRIO ORA GRAZIA ALLA SINTROPIA DELLE PIANTE TRA LORO E NON VANNO MINIMAMENTE TOCCATI.
Io comunque farei un padiglione adibito alla memoria degli ex internati del san martino, magari allestendo immagini fotografiche, memorie scritte e magari firmare una petizione per riavere i documenti d’archivio che sono finiti a lodi