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Scontro sul confine, “sanità gonfiata in Ticino dall’invasione di medici, dentisti, psicologi e farmacisti italiani”

Niente sembra arrestare l’invasione di lavoratori italiani in Canton Ticino. E in questo fiume ininterrotto di frontalieri spiccano anche i tanti medici italiani che hanno deciso di superare la dogana. Niente, né la tassa sulla salute per ora minacciata, né il nuovo regime fiscale, arrestano questa fuga verso la Svizzera.

E c’è chi dall’altra parte del confine da sempre non prende bene questa invasione. E così ancora una volta la Lega dei Ticinesi, sul settimanale Il Mattino affonda un duro colpo, questa volta nel mirino i medici e non solo, arrivati negli anni nel Cantone.

Numeri alla mano viene sottolineato come siano stati importati in dieci anni oltre 1000 medici stranieri, “una sovrabbondanza dell’offerta finisce per generare anche un aumento della domanda. E di conseguenza un aumento dei costi sanitari, che alla fine siamo noi cittadini a coprire attraverso dei premi di cassa malati”, spiegano sul giornale.

Alla fine del 2024 in Ticino figuravano ben 2.598 medici ammessi al libero esercizio, un centinaio in più rispetto all’anno precedente: circa 7,25 medici ogni mille abitanti. I numeri di 10 anni fa evidenziano come i medici ammessi al libero esercizio in Ticino erano 1.513, per una popolazione che era solo leggermente inferiore a quella attuale.

“Grazie alla libera circolazione delle persone sono venuti a insediarsi in Ticino oltre mille nuovi medici stranieri in più. E l’invasione di diplomati esteri, che nel caso ticinese sono praticamente tutti italiani, non si limita ai soli medici. Lo stesso fenomeno si riscontra anche tra i dentisti, che sull’arco di un decennio sono passati da 379 a 491”.

E l’invasione è “ancora più marcato nel ramo dei medici veterinari. Tra gli 88 nuovi veterinari ammessi al libero esercizio negli ultimi tre anni, la quasi totalità (79) è in possesso di un diploma conseguito all’estero. È quindi in corso un assalto al mercato ticinese da parte di veterinari italiani”.

Situazione analoga evidente anche tra psicologi, psicoterapeuti e  farmacisti che “rappresentano la maggioranza dei professionisti attivi nel nostro cantone”.

La conclusione è chiara. “Sarebbe ora che a Bellinzona (sede del Governo cantonale), qualcuno si svegli e si chieda se sia davvero opportuno continuare a rilasciare abilitazioni a nuovi medici, dentisti, farmacisti, psicologi e quant’altro”.

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