RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Scuola, contagi e lotteria monitoraggi: arrabbiatissima Stefania, mamma di 4 figli tra asilo e superiori

“Leggo del quindicenne denunciato perché ‘beccato’ a passeggio a Camerlata nonostante la positività al Covid e me lo immagino così, costretto a casa perché magari la zia che ha visto a Natale è risultata positiva e lui ha dovuto fare il tampone nonostante fosse assolutamente asintomatico. E poi mi immagino i miei figli a scuola dopodomani: un compagno positivo e amen, se non hai i sintomi non devi farti neppure il tampone, puoi continuare a fare la tua vita, andare al bar, baciare la fidanzatina. Altro che Dad o non Dad, questa è l’assurdità per cui scrivere a Draghi”.

È arrabbiatissima Stefania, mamma di quattro figli tra asilo e superiori, che ci ha contattati per raccontarci il suo punto di vista sul nuovo decreto e sulle nuove norme di gestione dei contagi in classe.

“Abitiamo in uno dei paesi ‘isolati’ dalla variante della Tremezzina e, con tre figli su quattro che frequentano le scuole a Como, dovrei invocare la Dad e lo smart working appellandomi alla Corte di Strasburgo – dice ridendo – e invece no, so quanto è importante per i ragazzi la scuola in presenza ma vedere sottovalutare i rischi dei contagi solo per poter dire di essere riusciti a tenere la scuola aperta, di essere più bravi di quelli che hanno governato prima mi fa preoccupare moltissimo”.

Secondo le ultime indicazioni del Governo, infatti, mentre per la scuola dell’infanzia, già in presenza di un caso di positività, è prevista la sospensione precauzionale dell’attività per dieci giorni, per le elementari si attiva la sorveglianza con testing, ovvero con i due tamponi di controllo e l’inizio della Dad nel caso venissero trovati altri casi positivi.

Discorso diverso, invece, per medie e superiori dove, al contrario di quanto avveniva fino alle vacanze di Natale, in caso di positività in classe, è prevista solo l’autosorveglianza senza obbligo di tampone in caso di assenza di sintomi. Solo in caso di altri casi positivi si va in Dad, ma solo se vaccinati o guariti da più di 120 giorni, o senza dose di richiamo.

“Nel mio caso ad esempio, in assenza di sintomi il bambino che va all’asilo sarà praticamente sempre isolato per prudenza, quello che va alle elementari solo nel caso in cui risultasse positivo, mentre per i due alle superiori, ovvero quelli che hanno una vita sociale più intensa tra sport e amici, vigerà il ‘liberi tutti’ – commenta Stefania – trovo che sia semplicemente da irresponsabili smettere di monitorare i ragazzi, considerando che la maggior parte di quelli che contraggono il Covid sono asintomatici ma ugualmente contagiosi. Pensiamo davvero che, per un generico senso di responsabilità, un adolescente smetterà di vedere gli amici, indosserà sempre la Ffp2, non bacerà la fidanzata o non rischierà di contagiare persone fragili? E quanti genitori faranno fare davvero il tampone ai figli in caso di sintomi lievi rischiando di restare bloccati a casa in quarantena?”.

“La scuola deve essere in presenza, la Dad è il male assoluto per la qualità dell’insegnamento, per l’inclusione e la vita dei ragazzi – conclude – ma non si può far finta che il virus non esista solo per appuntarsi al petto la medaglia di chi è riuscito a tenere aperta la scuola. Tenetela aperta ma non smettete di monitorare i contagi, anche se questo vorrà dire classi in Dad per qualche giorno. Questa non è una gara a chi torna per primo a una finta normalità, ma a chi sconfigge davvero questo virus”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

Un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo