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Se il primo giorno di saldi è un sabato qualunque: Como e l’addio a un rito collettivo che ha perso la magia

Sicuramente sarebbe un’esagerazione dire che i negozi del centro di Como erano vuoti, oggi, sabato 4 gennaio 2024, primo giorno di saldi. In via Luini, via Vittorio Emanuele, via Cesare Cantù, piazza Duomo, gente ce n’era. Nasi e occhi puntati sulle vetrine non mancavano, sacchetti con acquisti nemmeno. Ma diciamocelo – fatta già la tara del periodo ancora festivo, sebbene per poche ore – non è esattamente così ogni sabato, in città murata? Non sono le stesse scene che si possono raccontare in qualsiasi fine settimana, in riva al lago?

Forse solo gli scontrini effettivamente battuti oggi dai vari registratori di cassa potrebbero rispondere in maniera scientifica, per confermare o smentire la sensazione. Ma i dati empirici, beh, quelli sono lì da vedere. Quasi da toccare con mano. E dicono che il rito antico dei saldi, quello che agli albori di questa professione occupava pagine e titoloni del tipo “Ressa in centro”, “File ai negozi sin dal mattino”, “Pienone per la caccia agli sconti” – cose tutte verissime, peraltro – non esiste più. E’ un ricordo ormai sbiadito, confuso con la routine dello shopping di un qualunque weekend a Lariowood.

Eppure fidatevi, ancora all’inizio degli anni 2000 sono stato spedito più volte a vedere con i miei occhi le code davanti agli ingressi e ho raccolto le telefonate entusiaste dei commercianti a fine giornata. Perché un tempo l’arrivo dei prezzi stracciati dopo Natale era davvero un momento estatico. La gente partiva sin dal mattino presto alla caccia di un parcheggio-miraggio, per poi sorbirsi anche mezz’ora di fila davanti al negozio normalmente inaccessibile o per mettere le mani sul giaccone o la borsetta agognati dall’inizio dell’autunno ma inarrivabili. Poi, però, ecco l’incantesimo: era come se i cartelli magici appiccicati alle vetrate con la scritta fluo “saldi” accendesse i sogni e scatenasse il piccolo safari di massa per le pur innocue e borghesissime vie del centro storico.

Un po’ i ribassi – versione un po’ sfigata dell’attuale “sales”, molto più cool – sembravano davvero ghiottissimi, aprendo possibilità d’acquisto altrimenti inaccessibili. Un po’ il periodo era effettivamente ben delimitato: prima dei saldi, c’erano dei prezzi (più alti); con i saldi c’erano degli altri prezzi (più bassi, al netto di qualche inevitabile sola). Per tutto il resto dell’anno, la cifra che vedevi sui cartellini in vetrina, era quella che dovevi tirar fuori. Punto.

Ora, probabilmente, quella sensazione da “ora o mai più” si è molto dilatata, fino quasi a scomparire o comunque perdendo molta dell’aura speciale di un tempo. Basta dare un’occhiata al piccolo schermo che state osservando anche adesso: sconti, promozioni, occasioni, prezzi speciali nel mondo dell’online sono eterni. Non hanno scadenze, sono l’essenza stessa del commercio digitale, capaci di ingolosirti in ogni singolo minuto dell’anno proprio con la promessa (non sempre onesta) che domani potrai fare un affare ancora migliore di oggi. E dopodomani, probabilmente, anche di più.

Spiegazioni rozze, ok. E poi magari è solo che prima per gli acquisti buoni c’era soprattutto – se non soltanto – la città murata come riferimento, mentre oggi quella è solo un’isoletta nobile dello shopping accerchiata da infiniti ‘continenti commerciali’ affiancati l’uno all’altro su ogni stradone appena discosto. Ma, tra tutte le possibili spiegazioni, qualcosina di vero, anche se solo a naso, senza profonde indagini di marketing, dovrà pur esserci. Altrimenti come si spiegano le centralissime vie di afflusso al centro di Como – via Dante e viale Lecco, per esempio – praticamente deserte alle 11.30 del mattino?

Oppure gli autosili centrali con ampia disponibilità – o in alcuni casi letteralmente semivuoti – per tutta la mattina e persino nel cuore del pomeriggio del primo giorno di saldi (screenshot dall’app Como Rapid Parking delle 16.10)? E le vie praticabilissime tra Porta Torre e il Duomo?

Insomma, più di qualche ottimo affare si sarà certamente chiuso anche oggi. La città murata non era certamente deserta e probabilmente i commercianti non saranno di sicuro sull’orlo del disastro. Ma l’antica orgia di ‘prezzi shock”, folle, file e sacchetti pieni di sogni al 40% del tempo che fu, ecco, quella – con la sua piccola magia ‘perversa’ – probabilmente è morta per sempre.

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