Una recente inchiesta della trasmissione Rundschau della SRF ha svelato dettagli sulle difficoltà incontrate durante lo scavo del secondo tunnel autostradale del San Gottardo, in particolare sul lato sud.
Già a luglio, l’Ufficio federale delle strade (USTRA) aveva annunciato la necessità di sospendere l’utilizzo della grande fresa meccanica, operativa da febbraio ma ferma dal 23 giugno dopo aver scavato solo 192 metri a causa di una zona instabile della montagna, caratterizzata da roccia friabile.
Si era così reso necessario il ricorso all’uso di esplosivi per un tratto di circa mezzo chilometro. Inizialmente, l’USTRA aveva stimato che questo cambio di strategia avrebbe comportato un aumento dei costi di circa 20 milioni di franchi su un budget totale di 2,14 miliardi, oltre a un ritardo di 6-8 mesi. L’inchiesta della SRF, tuttavia, rivela un quadro molto più serio, prospettando un possibile ritardo di fino a due anni (come racconta oggi Ticinonews).
Ritardi che comporterebbe lo slittamento dell’apertura del secondo tunnel dal 2030 al 2032, posticipando di conseguenza anche i lavori di manutenzione della prima galleria, in servizio dal 1980.
Anche i costi operativi stanno aumentando in maniera significativa, poiché il cantiere ha dovuto adottare una modalità di lavoro a pieno regime, con tre turni continuativi, sette giorni su sette, in netto contrasto con i due turni su cinque giorni inizialmente previsti.
La fresa si era già bloccata una prima volta dopo appena cinque metri, e ora il cantiere deve affrontare un cambio di strategia ben più oneroso rispetto alle stime iniziali.