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Senzatetto a San Francesco la lettera che scuote la città. “Sindaco, assessore: la dignità umana va rispettata”

E’ un privato cittadino. Ma le parole che affida a questa lunga lettera-appello Luca Marchiò, giornalista e ora nel mondo della comunicazione, sono di un forza tale da valicare i ruoli singoli. Non a caso, il testo si intitola “Appello pubblico al Sindaco di Como e all’Assessore ai servizi sociali per il rispetto della dignità degli esseri umani”.

Il tema, rilanciato con estrema forza proprio da questa testata nei giorni scorsi (qui l’articolo) e nuovamente oggi con l’uscita del settimanale cartaceo in distribuzione dalla mattina, è ancora quello dei senzatetto costretti a dormire all’aperto (il caso del portico di San Francesco è l’emblema) con la chiusura dei centri di assistenza invernali.

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Pubblichiamo di seguito, la lettera integrale di Luca Marchiò.

Gentile signor Sindaco, dott. Mario Landriscina,

Gentile Assessore ai servizi sociali, on. Alessandra Locatelli,

la chiusura del dormitorio invernale il 31 marzo scorso ha riversato nuovamente nelle strade, nei portici, nella stazioni della città di Como decine di persone, italiane e straniere, che versano in stato di gravissimo ed estremo disagio sociale.

Parliamo di uomini e donne con alle spalle storie di emarginazione, di violenza, di abusi, di abbandono: sono uomini e donne con nomi e cognomi, sono uomini e donne che una città e un Paese hanno il dovere prima di tutto civile, ma anche giuridico derivante dall’articolo 3 della Costituzione, di inserire all’interno di percorsi di reinserimento sociale, per ridare loro un lavoro ove possibile, per dare loro affetto, per restituire loro quella dignità che spetta ad ogni essere umano.

L’articolo 3 della Costituzione stabilisce che “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Orbene, in forza di questa disposizione costituzionale che tutti gli organi dello Stato devono rispettare e applicare, non è più possibile accettare che l’amministrazione comunale si volti dall’altra parte, ignori gli uomini e le donne in evidente stato di disagio materiale e psicologico, e si limiti ad affermare che “sotto il porticato di San Francesco e negli altri luoghi dove trascorrono la notte la situazione è sotto controllo”.

La situazione non è per nulla sotto controllo: uomini e donne versano in stato di bisogno e di perdurante disagio psichico e materiale e i Servizi sociali del Comune di Como, in quanto articolazione periferica dello Stato, hanno il costituzionale dovere di intervenire.

La situazione venutasi a creare, inoltre, fomenta le tensioni sociali sempre più forti con i residenti di via Mentana e degli altri luoghi rifugio, che lamentano a ragione il venir meno delle condizioni di igiene dei ricoveri improvvisati dove le funzioni organiche vengono espletate per strada. Non si possono abbandonare gli uomini e le donne in mezzo alle loro deiezioni: è lesivo della dignità umana.

A Loro, signor Sindaco e onorevole Assessore ai servizi sociali, vengono richiesti due interventi non più rinviabili, ai quali dovete ottemperare non per compiacere questa o quella parte politica, ma in forza dei dettami della Costituzione che avete giurato di rispettare prima di assumere le cariche istituzionali che ricoprite.

I due interventi sono:
1) individuazione di una struttura aperta tutto l’anno che offra a tutti i senzatetto una doccia, unletto pulito e un pasto caldo: il minimo che si possa offrire ad ogni essere umano.

2) censimento da parte dei Servizi sociali del Comune di Como di tutti gli uomini e le donne costretti ad abitare per strada per avviarli all’intero di percorsi di reinserimento sociale elavorativo, compatibilmente con le loro condizioni psicofisiche: l’accesso al lavoro e al reddito sono il primo fondamentale passo per avere una vita autonoma e autosufficiente. Individuazione, infine, di case protette ove inserire, seguire e ridare dignità umana a coloro che versano in condizioni di disagio così elevato da impedirne un loro reinserimento lavorativo.

Luca Marchiò

© RIPRODUZIONE RISERVATA

9 Commenti

  1. Carlo Landriani, quella tradizione di solidarietà e disponibilità verso i più deboli, che aveva la città, purtroppo è scomparsa negli.ultimi due anni ….

  2. A coloro che con questa azione di forza pensano di risolvere il problema chiedo, avete dato più sicurezza e dignità alla città o le avete diminuite?

  3. L’unica cosa che proveranno a fare sarà scaricare il dovere umano e costituzionale dell’assistenza ai cittadini bisognosi alle associazioni di volontariato. Quindi se verranno attivati altri servizi sarà solo grazie alla sensibilità, all’umanità e all’impegno di privati cittadini.
    Perché anche il dormitorio che ha chiuso il 31 marzo era gestito da volontari e non dal comune (se non per una parte infinitesimale)

  4. Ho espresso personalmente a Luca la mia condivisione piena e il sostegno alla sua lettera. Qui non è ne buonismo, ne carità, ma è giustizia sociale. Oltretutto il Comune non sarebbe solo, ci sono tante persone, associazioni ed enti disposti a lavorare su questo fronte, non si può solo rispondere no a tutte le proposte.

  5. Sono assolutamente d’accordo con le proposte di Luca Marchiò. Aggiungo che Como ha una tradizione di solidarietà e disponibilità verso i più deboli che deve essere da tutti noi ricordata.

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