Come apiamente annunciato, questa mattina a Como si è svolta l’iniziativa di Supporto Attivo, il gruppo di volontari per la solidarietà recentemente sfrattato dal Comune di Como dai locali di Sagnino (dovranno essere lasciati il 15 luglio prossimo).
Per un giorno le attività di distribuzione di spese solidali si sono spostate davanti a Palazzo Cernezzi, “per mostrare alla cittadinanza la realtà della nostra rete sociale che rischia di venire smantellata con il mancato rinnovo della concessione di uno spazio pubblico e richiamare l’Amministrazione all’urgenza di una sua soluzione”.
Finora Comune e volontari non hanno trovato alcuna mediazione per garantire la continuità delle attività solidali del gruppo, che attualmente interessano circa ottanta famiglie su tutto il territorio cittadino.
“Solo grazie alla grande solidarietà dell’associazionismo comasco possiamo sperare di non dover interrompere la consegna delle spese solidali – affermano da Supporto Attivo – tanto più che l’emergenza sociale continua con lo sblocco degli sfratti e dei licenziamenti. In questi giorni abbiamo infatti raccolto le proposte di ospitalità pervenuteci e verificato tempi, spazi e modalità di eventuali collaborazioni che ci permettano di proseguire”.
Tra le proposte, in realtà, ce n’è anche una giunta dal Comune di Como e cioè la possibilità di utilizzo dei locali in uso alla Caritas parrocchiale di Sagnino tramite la collaborazione con don Emanuele Corti.
Denuncia Arci Como: “Il Comune ha sfrattato il gruppo di solidarietà a Sagnino, vergognoso”
“A seguito di un incontro con lo stesso don Emanuele Corti che ringraziamo per la disponibilità – precisano però da Supporto Attivo – abbiamo purtroppo verificato che la proposta è ancora in fase di elaborazione e di discussione all’interno della Parrocchia, e che al momento non risultano locali vacanti attia garantire la continuità del nostro progetto. Dobbiamo pertanto constatare che il Comune di Como non si è posto come garante della nostra continuità e che dovremo contare solo sulle nostre forze per cercare una soluzione a tutela delle famiglie della rete”.
Un commento
L’associazione e’ ammirevole per l’attivita’ che svolge, ma in questo caso specifico ha perfettamente ragione il Comune. Il periodo di utilizzo degli spazi e’ scaduto, l’associazione e’ venuta meno a degli accordi (solo prodotti secchi e a lunga conservazione e invece hanno iniziato a distribuire il fresco collocando frigoriferi senza chiedere il permesso) e ora pretendono il rinnovo della concessione degli spazi, quando molte altre associazioni se li devono procurare autonomamente…