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Caso via Balestra, la Bocciofila non può partecipare all’incontro col prefetto. Polichetti: “La competenza è del Comune”

C’è stato un fraintendimento di fondo, di sicuro, poiché nessuno ha certo agito in malafede. Semmai sono sfuggiti aspetti protocollari e di competenze che, ovviamente, non possono essere superati. Dunque i rappresentanti della Bocciofila non potranno partecipare lunedì all’incontro convocato dal Prefetto di Como, Andrea Polichetti, con le Associazioni d’Arma di via Balestra dove saranno presenti anche il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, e il presidente provinciale, Fiorenzo Bongiasca. La vicenda è nota e riguarda lo sfratto arrivato dal Comune di Como ai due sodalizi in vista dei lavori nella ex Chiesa delle Orfanelle per l’allestimento della mostra permanente dedicata alle monete d’oro, il tesoro di Como, trovate durante gli scavi nell’ex cineteatro Cressoni di via Diaz.

Solo ieri le due associazioni annunciavano l’incontro, fissato appunto per l’11 settembre a mezzogiorno, con il il rappresentante del Governo (ne abbiamo parlato qui). Oggi però il prefetto, contattato da ComoZero, spiega perché i delegati della Bocciofila non potranno essere presenti. “Le Associazioni d’Arma – evidenzia Polichetti – si muovono in una cornice statale, sia per organizzazione interna che per finalità. Per quanto riguarda la Bocciofila la competenza è del Comune. Quindi nel primo caso studieremo col sindaco una soluzione, nel secondo non sono coinvolto”.

Una questione formale e sostanziale di rispetto istituzionale. “Ho appreso dai media la loro intenzione di partecipare all’incontro, io ricevo sempre tutti, lo sapete bene. Ma nel loro caso potrei solo ascoltare senza strumenti per intervenire. Sia chiaro, non è che non voglia incontrarli ma ho precisi margini d’azione. Sono massimamente disponibile ma anche franco, vederli lunedì alimenterebbe speranze limitate dalle mia possibilità, non vedo che ruolo potrei giocare rispetto a un’associazione”. Andando oltre la riunione dell’11 settembre il prefetto comunque evidenzia di non voler chiudere la porta: “Ovviamente non escludo di ascoltarli ma in un’altra occasione e con i limiti che ho appena sottolineato”.

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4 Commenti

  1. Buongiorno la Bocciofila e le sedi Associazioni nascono dai Combattenti Comaschi ai quali le Amministrazioni dell’epoca avevano affidato degli spazi per la loro RI-socializzazione dopo i traumi personali subiti nelle guerre, così come la Trattoria Combattenti. Tutte istituzioni private con finalità pubbliche.
    Abbiamo proposto al Sindaco di Como delle soluzioni alternative fattibili ed in linea con gli obblighi assunti dal Comune quasi un secolo fa, sul cui rispetto è di tutta evidenza attuale.
    Demandare ad altri, quali il Prefetto, l’onere della ricerca di una soluzione, è frutto del ” non è di mia competenza” che sta uccidendo l’amministrazione pubblica italiana e svendendo la res publica a terzi privati. Se il Comune di Como non è conscio del proprio ruolo di capoluogo di Provincia e allontana le Associazioni così come chiude gli spazi associativi all’interno della Città Murata… Le soluzioni vanno condivise con i cittadini e le decisioni debbono essere pubblicate e pubbliche, altrimenti la Città murata diventerà una gigantesca Città dei Balocchi per turisti.
    Ci mancano solo i trenini multicolor…

  2. È indiscutibile la differente tipologia di Associazione, tra quelle d’Arma, che sono riconosciute dal Ministero della Difesa e come tali potranno trovare accoglienza negli spazi che il Demanio ha concesso al Ministero della Difesa, ad esempio la Caserma De Cristoforis, e la Bocciofila che probabilmente è un’Associazione sportiva o di promozione sociale e che non ha le stesse tutele. Ma proprio perché la situazione è differente, lo sfratto è un problema più per la Bocciofila che per le Associazioni d’Arma. Non è un tema di legittimità o formale quello dello sfratto, è un tema politico. La scelta politica di Rapinese Sindaco, e, anche se protestano, dei partiti che componevano l’Amministrazione precedente, è l’allontanamento dal centro cittadino di un’associazione di anziani che socializza in uno spazio a loro dedicato. La scelta di cambiare destinazione d’uso è una scelta, indipendentemente dalla legittimità con cui si è compiuta, di chi è più attento alla “Como da visitare” rispetto alla “Como da vivere”. Questo è il tema di fondo ed è questo il tema che sta caratterizzando le scelte politiche cittadine di questa Amministrazione (si pensi agli spazi in alternativa a via del Doss e alla situazione degli impianti sportivi cittadini) e che speriamo caratterizzeranno le discussioni politiche dei prossimi mesi. Infatti, con lo sfratto degli anziani da via Balestra, perdiamo un altro pezzo di “Como da vivere”.

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