Si è tenuta questa mattina la celebrazione ufficiale per il Giorno della Memoria in Biblioteca Comunale a Como.
L’occasione ha visto riuniti i rappresentanti delle istituzioni, storici, ragazzi delle scuole superiori e i familiari di alcune vittime comasche della Shoah.
Ad aprire la cerimonia, il Prefetto di Como, Ignazio Coccia che ha ricordato i principi del Giorno della Memoria: “Questa giornata serve per ritrovarsi e ricordare le immani sofferenze delle vittime dell’Olocausto anche se sono pochi quelli che possono raccontare. E’ quindi un bene che chi vive oggi continui a ricordare perchè, anche se i carnefici sono stati processati, i germi che portarono alla Shoah non sono stati debellati definitivamente e possono avere nuova vitalità. I rigurgiti ci sono e non devono essere sottovalutati.
Il sindaco di Como, Mario Landriscina, analogamente, ha spiegato come sia compito di istituzioni e amministratori tenere viva la memoria dell’Olocausto: “Furono uomini e donne come noi a rimanere impassibili e tradire quelli che avevano bisogno di aiuto. Tutti insieme possiamo e dobbiamo tenere alta l’attenzione su questa parte di storia, nostra e del mondo”.
E’ poi intervenuto anche il presidente della Provincia di Como, Fiorenzo Bongiasca, dichiarando che le medaglie d’oro consegnate questa mattina alle famiglie di nove vittime comasche delle deportazioni naziste siano “un monito, affinché la tragedia dell’Olocausto non si perda”.
Roberto Proietto, direttore dell’Ufficio Scolastico Provinciale ha dedicato il proprio intervento all’uso che le moderne generazioni devono fare della memoria storica. “Dentro di noi abbiamo le radici di quello che è successo. Ma dentro di noi abbiamo anche i valori innegabili di umanità e pietà che indicano limiti che non si possono valicare”.
“Un’altra cosa che dovremmo considerare è l’indifferenza di chi non ha agito per prevenire le deportazioni – ha continuato Proietto – dovremmo chiederci cosa avremmo fatto noi per impedire gli orrori dell’Olocausto?”
“Il rischio di ricordare solo ed esclusivamente in eventi isolati è di intendere la Shoah come un evento posizionato in un altrove non ben precisato negando anche la responsabilità di chi non è stato in grado di opporsi alle politiche del regime fascista e nazista” ha detto Patrizia di Giuseppe, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea, Pier Amato Perretta augurandosi che il Comune di Como insignisca Liliana Segre della cittadinanza onoraria.
Il presidente ha anche auspicato che anche Como istituisca una Casa della memoria come quella di Milano. “Sarebbe un modo concreto per ragionare tutti i giorni sulla Shoah non solo sulle date celebrative come il 27 gennaio” ha detto di Giuseppe.
E’ stato poi il turno di Walter Merazzi del Centro Studi Schiavi di Hitler che ha commentato con favore il conferimento delle medaglie d’oro e delle pietre d’inciampo ai caduti comaschi nei lager nazisti, incoraggiando i Comuni della provincia a fare di più.
“Oggi, questi uomini hanno un riconoscimento anche se è poca cosa rispetto ai sacrifici fatti. Finalmente anche la provincia di Como ha iniziato a consegnare delle pietre d’inciampo ma è necessario che gli amministratori prendano l’iniziativa nel conferirle in modo che la memoria non sia più solo cosa episodica” ha detto Merazzi.
Il Sindaco di Como Mario Landriscina ha poi consegnato la pietra d’inciampo al nipote di Aldo Pacifici, comasco deportato e ucciso ad Auschwitz nel 1944, e per cui la placca commemorativa verrà posta a Ponte Chiasso, ultimo luogo di residenza.
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Infine, nove medaglie d’oro sono state consegnate ad altrettante famiglie di comaschi morti nei lager nazisti.