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Siete frontalieri ‘vecchi’ o ‘nuovi’? Come capirlo: sul fronte fiscale cambierà tutto

L’allarme per i tanti frontalieri non è di poco conto. L’invito a prestare la massima attenzione nel distinguere vecchi e nuovi frontalieri è lanciato dalla Camera di Commercio Ticinese. Infatti a decretare il regime fiscale al quale si andrà incontro non sarà la data di entrata in vigore del nuovo accordo, ovvero il primo gennaio del 2024, ma la data della ratifca di detto accordo alla Camera dei deputati, ovvero nel 2023. Una differenza decisiva con possibili ricadute.

Ecco la spiegazione dettaglia della Camera di Commercio ticinese:

Mercoledì 1°febbraio il Senato italiano ha ratificato il nuovo Accordo firmato con la Svizzera sulla fiscalità dei frontalieri. Ora la procedura passa alla Camera dei Deputati. Si prevede che la procedura di ratifica verrà conclusa nel corso dei prossimi mesi, ancora nel 2023. Come noto questo nuovo accordo introduce un sistema di imposizione dei frontalieri differente. I frontalieri verranno suddivisi in attuali e nuovi. Ai frontalieri attuali continuerà ad applicarsi il sistema fiscale noto, ossia una tassazione esclusiva in Svizzera (alla fonte), con il riversamento all’Italia dei cosiddetti ristorni da parte delle autorità fiscali elvetiche. Per contro i nuovi frontalieri oltre all’imposizione in Svizzera, diventeranno soggetti fiscali anche in Italia, e avranno pertanto a loro carico un’imposizione fiscale accresciuta.

Sono considerati frontalieri attuali ai sensi del nuovo Accordo le persone che alla data della ratifica svolgono oppure che tra il 31 dicembre 2018 e la data della ratifica hanno svolto un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera.

Il nuovo accordo verrà applicato dal 1° gennaio 2024. Ma attenzione, già la conclusione della procedura di ratifica, che avverrà con la comunicazione ufficiale da parte italiana alla Svizzera, implica però degli effetti nel 2023. Infatti, tutti i frontalieri che inoltreranno una richiesta di permesso in Svizzera dopo tale data saranno considerati “nuovi frontalieri” e quindi, da gennaio 2024, saranno imposti fiscalmente secondo il nuovo sistema. In altre parole, la conclusione della procedura di ratifica nel 2023 sarà già concretamente determinante per la definizione dei “nuovi frontalieri”.

Rendiamo quindi attenti che per poter beneficiare del periodo transitorio riservato ai cosiddetti frontalieri attuali i datori di lavoro e i collaboratori devono inoltrare la richiesta di permesso G prima della conclusione della procedura di ratifica che avverrà molto verosimilmente nel corso del 2023.

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