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Ambiente, Attualità

Smog, in soli tre mesi Como ha sforato la soglia Pm10 già 32 volte. E il limite è 35

Il mese di aprile, che ha portato rimescolamento atmosferico e qualche precipitazione, ha brevemente interrotto la sequenza di giornate di sole e bel tempo di inizio anno. Acqua che ha dato qualche ora di sollievo ai polmoni dei comaschi. Ma il bilancio dell’inverno appena trascorso fa segnare “nelle città prolungati livelli di inquinamento da polveri sottili e di aria classificabile come ‘insalubre’ per la salute dei cittadini lombardi, già messa a dura prova dall’epidemia di coronavirus”, dice Legambiente Lombardia. Brutte notizie  dunque che si traducono per Como in ben 32 giornate – nei rimi tre mesi del 2022 – in cui i livelli di Pm10 hanno superato la soglia critica per la salute umana, pari a 50 microgrammi/mc.

Non si tratta del dato peggiore in regione con situazioni più allarmanti nel triangolo tra Cremona, Mantova e Brescia, ma i numeri non sono certo buoni. Anche perché va ricordato come secondo le norme attuali, destinate però a diventare più restrittive con il recepimento delle raccomandazioni dell’Oms, questo livello di inquinamento non può essere superato per più di 35 giorni nell’anno solare. Infine la concentrazione media di PM!0 in aria nei tre mesi appena passati è stata di 46,5 microgrammi/mc, dunque sempre molto vicina al limite.

«Anche se il primo trimestre 2022 risente della particolare situazione meteoclimatica, i dati delle centraline di misura dello smog confermano la necessità di intensificare gli interventi sulle principali fonti emissive: occorre ridurre le emissioni da traffico– dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – e quelle generate dalle emissioni industriali che includono anche i grandi allevamenti”.

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Un commento

  1. La città è una conca. Bisogna attuare un cambiamento radicale. Consentire il transito nel centro città solo ai residenti: ne gioverebbero molto anche le casse comunali, poiché sarebbe molto meno onerosa la manutenzione del manto stradale. Ci sarebbe anche un ulteriore risparmio dovuto al minor numero di patologie correlate agli inquinanti. Dall’altro lato, potenziare il trasporto pubblico e aumentare il numero di rastrelliere videosorvegliate.

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