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Sole, caldo e spesa in Italia: ticinesi furbetti pizzicati e multati. Ma anche qualche italiano ha tentato la gitarella in Svizzera

Come diceva qualcuno “hanno fatto il tentativo”.

Ma hanno fatto poca strada, pizzicati in dogana e multati.

Si tratta di ticinesi che nel fine settimana, sfruttando il permesso di spostarsi per motivi diversi da quelli lavorativi, hanno cercato di fare la spesa in Italia.

Lo fa sapere lo “Stato Maggiore Cantonale di Condotta” che richiamando “la raccomandazione rivolta alla popolazione di restare a casa e spostarsi unicamente per motivi urgenti”, fa sapere che “si sono riscontrate alcune violazioni tradottesi in multe disciplinari. Tra queste, si segnalano in particolare spostamenti da parte di confederati che hanno effettuato approvvigionamenti di beni alimentari in Italia per poi rientrare sul territorio nazionale cercando di eludere i controlli”.

Non che i furbi stiano solo in Confederazione, lo Stato Maggiore segnala anche “cittadini stranieri (leggi: italiani data la competenza cantonale, Ndr) che, potendosi recare in Ticino per questioni professionali, si sono mossi sul territorio cantonale per motivi non legati alla loro attività lavorativa”.

QUI IL COMUNICATO INTEGRALE

Lo Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC) allo scopo di limitare la diffusione del COVID-19, di non sovraccaricare le strutture ospedaliere e di poter continuare a tutelare la salute di tutti – popolazione residente, turisti e ospiti – tiene a ribadire nuovamente l’importanza del rispetto delle direttive federali e cantonali.

Si richiama in particolare la raccomandazione rivolta alla popolazione di restare a casa e di spostarsi unicamente per motivi urgenti. Nel corso del fine settimana, complici anche il meteo favorevole e le temperature moderate, è stato infatti osservato un allentamento del rispetto di determinate misure. Si sono riscontrate alcune violazioni tradottesi in multe disciplinari. Tra queste, si segnalano in particolare spostamenti da parte di confederati che hanno effettuato approvvigionamenti di beni alimentari in Italia per poi rientrare sul territorio nazionale cercando di eludere i controlli o, viceversa, di cittadini stranieri che, potendosi recare in Ticino per questioni professionali, si sono mossi sul territorio cantonale per motivi non legati alla loro attività lavorativa.

Lo SMCC collabora strettamente con l’Amministrazione federale delle dogane (AFD) al fine di verificare il rispetto delle misure decise nell’ambito della lotta al COVID-19 per quanto riguarda gli spostamenti transfrontalieri.

Lo SMCC è consapevole dei sacrifici già profusi in queste settimane dalla popolazione, alla quale si chiede un ulteriore sforzo in termini di pazienza, tolleranza e disciplina. In questa fase, è necessario mantenere ancora alta la guardia ed è pertanto fondamentale un ulteriore sforzo collettivo e di responsabilità individuale per rallentare la diffusione del coronavirus fra la popolazione.

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2 Commenti

  1. Vorrei sapere a quanto ammontava la multa e se i furbetti hanno ugualmente potuto portare la spesa fatta in Svizzera. Se la multa è meno della spesa gli ha convenuto in ogni caso. Invece ci vorrebbe almeno CHF 1’000.– oppure 3 giorni di prigione, forse solo poi si rendono conto.

  2. Sarebbe da chiedergli i danni se si scoprissero asintomatici e hanno contagiato. Ma la gente non ha ancora capito la gravità della situazione. E invece di stare ancora più chiusi e salvaguardare la zona Comasca fortunatamente meno colpita dal virus, escono!

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