Il futuro (brillantissimo, si direbbe) del Como 1907 e di Nico Paz, i traguardi sportivi ed economici, il legame fortissimo tra calcio e turismo sul Lago di Como. In una lunghissima intervista concessa a Luciano Mondellini per Calcio e Finanza, il presidente del Como Mirwan Suwarso ha delineato con grande chiarezza il progetto che lui e la proprietà hanno in mente per il club lariano, la città e in fin dei conti anche per l’economica del territorio.
Davvero singolare l’incipit del colloquio, con Suwarso che rivela come la scelta per l’investimento sul Como sia nato quasi per caso: “Stavamo cercando un progetto per un programma televisivo – ha detto – All’epoca gestivo una stazione televisiva in Indonesia e volevamo creare un programma TV che fosse una sorta di documentario sul calcio. L’Italia è sempre stata qualcosa che piaceva alla gente. Como è stato un caso. Stavamo cercando città vicine a Milano per motivi logistici, in modo da facilitare le riprese, ma allo stesso tempo non volevamo investire in città enormi quali Roma o simili”.
COMO COME MARCHIO GLOBALE
Il cuore dell’intervista, inevitabilmente, riguarda il futuro del Como. Un futuro per cui il presidente afferma senza dubbi che “è davvero importante trovare un modo per trasformare il calcio in un vero e proprio business. Il calcio è il catalizzatore, la porta d’ingresso, ma alla fine dobbiamo creare un ecosistema che possa sostenere l’attività calcistica. Quindi, dobbiamo rendere tutto sostenibile. Un club di calcio in una città di 85.000 abitanti ha enormi difficoltà a diventare sostenibile solo con il calcio, ma siamo molto fortunati a trovarci in un luogo in cui la città stessa è un brand: il Lago di Como è un marchio globale. Sarebbe sciocco da parte nostra non sfruttare questa opportunità, inserendo il calcio come parte dell’ecosistema, non al centro di esso, ma come un elemento integrante. Possiamo usare il calcio per aumentare la nostra visibilità e, allo stesso tempo, capitalizzare il brand del Lago di Como, creando attività che partano dal club ma si espandano al marchio Como nel suo complesso“.
TURISMO ELEMENTO CHIAVE PER IL CALCIO
Il turismo, con la sua capacità di portare milioni di persone sul Lario e in città, diventa dunque una chiave fondamentale per la riuscita del progetto e ovviamente del nuovo stadio appena annunciato. “Ogni anno ci sono 4,8 milioni di turisti in questa zona, quando sono arrivato per la prima volta erano 1,6 milioni, quindi ci deve essere un modo per generare ricavi da questo incremento di visitatori – ha ribadito Suwarso – Se si dovesse realizzare questo progetto (il nuovo Sinigaglia, ndr) credo che il Comune vorrebbe trasformare lo stadio in un centro di aggregazione per la comunità e per i turisti. Per questo motivo, non può essere utilizzato solo per 19 giorni all’anno, ma dovranno essere prese in considerazione soluzioni specifiche. La nostra particolarità è il modo in cui colleghiamo l’esperienza calcistica con il turismo del Lago di Como, creando un connubio unico”
I CONTI DEL CLUB
Sul fatto che bilanci del Como in questi anni si siano chiusi con perdite importanti (83 milioni tra il 2020 e il 2024) il presidente del club ha risposto che “il nostro obiettivo è raggiungere la redditività entro due anni, ma per farlo tutti gli altri brand che gestiamo dovranno avere successo”.
I VIP AL SINIGAGLIA
“Quando hai grandi nomi in una piccola città, forse la gente ci fa maggiormente caso. Ma non è qualcosa che cerchiamo di realizzare in modo aggressivo, è qualcosa che succede. Noi non abbiamo fatto nulla, loro vogliono venire soprattutto dopo che leggono di quello che sta facendo Cesc Fabregas. James Righton, il marito di Keira Knightley, è voluto venire a Como perché aveva letto di come Cesc Fàbregas avesse creato un brand calcistico emozionante, quindi voleva vedere tutto con i propri occhi. Da lì, le cose accadono”
GLI OBIETTIVI SUL CAMPO
“Quello che creiamo è il nostro budget, che dipende da quanto ricavo possiamo generare, quindi non stiamo dicendo “dobbiamo andare in Europa per guadagnare questa cifra”. Al contrario l’idea è: crediamo di poter generare una certa quantità di ricavi, quindi significa che il budget deve essere questo, ed è così che lavoriamo. Non puntiamo a un obiettivo. Cerchiamo di non pensare in questo modo, pensiamo a tutto in termini di redditività: possiamo essere redditizi in 2/3 anni se gestiamo il budget per mantenerlo a questo livello”.
NICO PAZ E THEO HERNANDEZ
“Nico Paz? Non abbiamo intenzione di vendere nessuno dei nostri giocatori, almeno nel prossimo futuro. Forse tra 3/4 anni, perché sarebbe ingenuo non dire che i ricavi dalle cessioni dei giocatori fanno parte del business. E non siamo a corto di soldi, siamo ben supportati. Nei giorni scorsi ad esempio abbiamo fatto un’offerta per uno dei giocatori più importanti di questa Lega, ma il club non voleva venderlo, e abbiamo fatto un’offerta per un calciatore anch’egli importanti che il club aveva accettato di venderci, ma il giocatore non voleva venire (secondo indiscrezioni per l’appunto il terzino del Milan Theo Hernandez, ndr). Non abbiamo paura di fare offerte per i giocatori più importanti, ma dobbiamo assicurarci che si adatti al budget”.