L’attuale galleria autostradale del San Gottardo, aperta nel 1980, collega il nord e il sud della Svizzera. Si tratta di un’opera nevralgica che può condizionare pesantemente – anche se potrebbe magari apparire eccessivo – il traffico lungo la direttrice che da nord arriva fino al confine italiano. I fatti, specialmente la neve in inverno e gli esodi di massa in estate verso l’Italia, lo hanno dimostrato.
Solo pochi giorni fa però è iniziata una nuova fase di quella che è una mastodontica opera di ingegneria che servirà a raddoppiare il tunnel del Gottado che ora ha una sola canna su cui scorre il traffico in entrambe le direzioni. Il Gottardo, va ricordato, è il cuore della strada nazionale svizzera A2 da Basilea a Chiasso.
![galleriasangottardo.ch](https://comozero.it/wp-content/uploads/2025/02/20241104_0012_2tg_gotthard_foto_goeschenen_vlr_los-241-tbm-voreinschnitt.jpg)
Nello scorso fine settimana, nel cantiere di Airolo, è infatti entrata in funzione Paulina. Si tratta dell’enorme fresa che bucherà la montagna e consentirà la costruzione del secondo tubo autostradale del Gottardo. «Paulina è anche il nome di mia moglie», ha detto il giorno dell’inaugurazione l’ideatore del macchinario Martin Herrenknecht,
Paulina, prodotta in Germania, è lunga 150 metri e con una testa di perforazione dal diametro di 12,3 metri. Questa fresa consentirà d scavare 20 metri al giorno. L’ultimo diaframma dovrebbe cadere nel 2027. Il secondo tubo correrà parallelo a quello già esistente. Tra i due ci sarà una distanza di circa 70 metri. Poi Paulina, tra qualche anno, si incontrerà con la fresa che arriva da Göschenen (Uri), più o meno a metà galleria.
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In base all’attuale budget a livello di progetto generale, i costi per la costruzione della seconda canna del San Gottardo ammontano a 2,053 miliardi di franchi