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Svizzera, al confine è altissima tensione: “Migranti nell’ex caserma? Disposti a usare i fucili”

Sale la tensione al confine italo-svizzero di Fornasette. Pochi giorni fa davamo conto della proposta – ancora da confermare ma che sembrerebbe sempre più vicina a concretizzarsi – di ristrutturare la vecchia caserma dei Carabinieri presente sul lato italiano, a 5 chilometri da Luino, che dovrebbe essere poi utilizzata come centro per accogliere i migranti.

Fatto che, superato il confine – il valico è isolato, non presidiato e aperto 7 giorni su sette – è stato considerato molto pericoloso. Il timore dei pochi abitanti sul lato elvetico è infatti quello di assistere impotenti a un flusso di passaggio di migranti dall’Italia verso la Svizzerra con tutti i conseguenti possibili problemi di sicurezza. La politica sul versante svizzero si sta già muovendo e anche la popolazione dice la sua.

In un dettagliato servizio a firma Chiara De Carli su Ticinoonline, le voci dei residenti non sono affatto concilianti, anzi c’è chi addirittura parla di fucili. Leggendo il pezzo c’è chi promette di ricorrere alle armi, se dovesse essere necessario. “Chi pagherà le conseguenze di questa situazione siamo noi del paese. Non potremo più muoverci in tranquillità. Le armi le abbiamo, torneremo a usarle se sarà il caso. Andremo alla Stampa (è il nome del carcere di Lugano ndr)? Beh, ne saremo contenti”.

E poi anche voci che evidenziano possibili criticità come quella di Nunzio Antonio Fortuna, dell’Osteria Internazionale, ristorante proprio sul confine. “Porteranno solo problemi – dice – L’ex caserma dei Carabinieri dista solo 300 metri, mentre Luino è a cinque chilometri. Faranno quello che vogliono. Solitamente la sera siamo qua solo io e la gerente del ristorante. Personalmente ho paura. Arriveranno furti e gente che vuole mangiare e bere senza pagare”

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