I lavori di scavo per la realizzazione della seconda canna del tunnel autostradale del San Gottardo sono scattati a febbraio del 2025.
Ma se fino ad ora non c’erano stati intoppi, ecco che adesso, sul lato sud si sono dovute fermare le maxi frese – dopo 190 metri percorsi – perché l’ammasso roccioso, parzialmente instabile, presenta evidenti fratture e cavità. Quindi per i prossimi 500 metri si dovrà usare l’esplosivo.
A deciderlo è stato L’Ufficio federale delle strade USTRA che ha pertanto condotto approfonditi sondaggi. Ciò comporterà dai sei agli otto mesi di tempo in più e costi aggiuntivi compresi tra i 15 e i 20 milioni di franchi (costi progettuali complessivi: 2,14 miliardi di franchi).
I restanti lavori sul lato nord e sud proseguiranno secondo i piani. Nonostante gli oneri supplementari inattesi, attualmente l’USTRA non prevede ripercussioni sulla data pianificata per l’apertura del secondo traforo (2030).
I lavori di scavo con metodo convenzionale si svolgeranno 24 ore su 24, a turnazione continua e con personale operativo su tre turni.
“Le accurate indagini preliminari condotte nell’elaborazione dei progetti generali, esecutivi e di dettaglio avevano pronosticato in modo corretto le complesse condizioni geologiche che contraddistinguono il versante sud. Nella fase finale di progettazione il team preposto, sotto la guida dell’USTRA, era giunto alla conclusione che l’impiego di una fresa meccanica chiusa sarebbe comunque stato adatto a eseguire lo scavo. Per quanto evidenti le opportunità di questa opzione, ci troviamo ora di fronte ai rischi preventivati nell’analisi di ponderazione. Occorre quindi adattare la modalità di scavo passando al metodo tradizionale, che costituisce la soluzione più sicura, affidabile e veloce per affrontare le problematiche rilevate nell’area in questione”, dice l’Ustra.