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Tassa salute per i frontalieri, nuova bocciatura: “Iniqua e di dubbia costituzionalità”

Continuiamo ad opporci alla nuova tassa sulla salute per i vecchi frontalieri, che riteniamo iniqua e di dubbia costituzionalità. Chiediamo inoltre urgenti chiarimenti in merito alla lista dei Comuni di confine utili per individuare i vecchi frontalieri stessi”.

Il consiglio sindacale interregionale Ticino-Lombardia-Piemonte, riunitosi a Varese il 6 febbraio 2024, ha deciso di proseguire la propria opposizione alla nuova tassa sulla salute, varata dal Governo all’interno dell’ultima Legge di bilancio, secondo la quale ai frontalieri dei Comuni di confine assunti entro il 17 luglio 2023, verrà chiesto il pagamento di un contributo tra i 30 € e i 200 € mensili, a sostegno del servizio sanitario delle aree di confine e prioritariamente a beneficio del personale medico e infermieristico.

Il CSIR ritiene infatti che questa tassa sia iniqua, inopportuna e di dubbia costituzionalità. Si tratta nello specifico di una norma che va in aperto contrasto con l’articolo 9 del nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri, secondo il quale spetta unicamente alla Svizzera il diritto di tassare i “vecchi frontalieri”, ricompresi nella clausola di salvaguardia in virtù dell’entrata in vigore della Legge n. 83/23, un principio che è stato l’esito di trattative tra i due Stati durate una decina di anni. Persino il Governo elvetico, nel prendere atto di questa decisione italiana, ha già risposto che farà tutti gli approfondimenti giuridici del caso per poi muoversi a livello di ambasciata.

A poco vale poi il tentativo del Governo di mascherare questo nuovo balzello come un semplice “contributo”. Si tratta invece a tutti gli effetti di una tassa, in quanto l’intero sistema sanitario viene alimentato attraverso le imposte (addizionali regionali IRPEF, IRAP e IVA). Ricordiamo anche come sia falso sostenere che i “vecchi frontalieri” non partecipino alla fiscalità generale dello Stato; come noto, infatti, il 40% delle tasse che questi lavoratori pagano in Svizzera vengono poi riversate ai Comuni di confine sotto forma di ristorni.

La norma è poi inapplicabile nel concreto. Sempre nel nuovo Accordo sulla tassazione dei frontalieri, all’articolo 7, viene infatti specificato che la cooperazione tra Italia e Svizzera, relativa allo scambio dei dati reddituali, interesserà solo i “nuovi frontalieri” e i “frontalieri non fiscali” (rientri settimanali e fuori fascia) mentre tale meccanismo non avverrà per i “vecchi frontalieri”. Le Regioni – alle quali è demandata la riscossione della tassa – non avranno dunque modo di tracciare la platea esatta dei “vecchi frontalieri”.

Per tutte queste ragioni, il nostro CSIR proseguirà con le proprie iniziative di opposizione. In particolare:

  • condividiamo l’iniziativa di CGIL CISL e UIL frontalieri di conferire ad un team di avvocati il mandato per addivenire ad un parere pro veritate sulla costituzionalità della norma;

  • auspichiamo inoltre che le Regioni interessate alla vicenda intendano, al pari della Lombardia, audire le organizzazioni sindacali italiane e svizzere, a partire dal Piemonte, il cui Presidente in tempi recenti si è dichiarato fortemente contrario all’applicazione della nuova norma, così come lo stesso hanno fatto diversi sindaci dei Comuni di confine;

  • chiediamo inoltre la convocazione urgente del tavolo interministeriale varato per il tramite dell’articolo 13 della Legge 83 del 13 giugno 2023 che, secondo le disposizioni di questo stesso articolo, avrebbe dovuto essere stato convocato entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge. Il tavolo è infatti un luogo deputato ad affrontare le implicazioni delle norme nazionali conseguenti alla nuova legge a partire dal tema dell’imposizione fiscale, nonché le controversie interpretative che dall’adozione delle stesse ne derivano.

Il CSIR richiede inoltre al Governo di fornire dei chiarimenti urgenti circa quali siano i Comuni validi per definire la platea dei “vecchi frontalieri”. In base agli articoli 2 e 9 del nuovo Accordo con la Svizzera, i “vecchi frontalieri” dovrebbero essere infatti tutti quelli che hanno lavorato in Ticino/Grigioni/Vallese tra il 31 dicembre 2018 e il 17 luglio 2023 con il rientro giornaliero tra Italia e Svizzera e la residenza fiscale in qualsiasi Comune italiano posto entro i venti chilometri dal confine tra i due Stati. Abbiamo invece appreso che i tre Cantoni di confine vorrebbero riservare lo statuto di “vecchio frontaliere” solo a coloro che, nel tempo indicato, vivevano in un Comune indicato nelle vecchie liste redatte dai tre Cantoni nel 1974 (e mai riconosciute sul piano giuridico dalla stessa Italia). Ne resterebbero così esclusi diverse centinaia di lavoratori che in questo modo verrebbero trattati come “nuovi frontalieri”.

Ricordiamo inoltre che il 22 dicembre 2023 Italia e Svizzera hanno concluso un Accordo amichevole dove per la prima volta si è definito su base bilaterale quale sia l’elenco corretto dei Comuni di confine. A nostro avviso bisognerebbe pertanto attenersi a questa nuova lista per definire anche la platea dei “vecchi frontalieri” così come vorrebbe l’articolo 9 del nuovo Accordo.

Si comunica inoltre che sabato 24 febbraio 2024 alle ore 15.00, il CSIR si riunirà in assemblea a Lavena Ponte Tresa, al fine di discutere di questi e altri temi con tutte le lavoratrici e i lavoratori interessati. L’assemblea si terrà presso la Sala Polivalente in via Colombo 42/D.

Seguiranno poi altre due assemblee in date e località da definirsi. Maggiori dettagli verranno diffusi in seguito.

Il CSIR comunica inoltre di aver provveduto a rinnovare l’Ufficio di presidenza, come da articolo 10 del proprio statuto, che sarà valido per anni 2024 e 2025:

  • Andrea Puglia OCST Presidente

  • Giangiorgio Gargantini USS Vice presidente

  • Pancrazio Raimondo UIL Vice presidente

  • Giuseppe Augurusa CGIL Esecutivo CSIR

  • Romina Baccaglio CISL Esecutivo CSIR

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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