A risolvere in maniera netta l’infinita discussione che si agita sul confine per l’ormai famigerata tassa sula salute, arriva Lorenzo Quadri della Lega dei ticinesi. Da sempre molto critico sul lavoro dei frontalieri e sulle politiche adottate dal governo svizzero nei confronti di quella che più volte è stata definita “un’invasione dall’Italia di manodopera”, ecco la nuova presa di posizione a favore della richiesta italiana di avere i dati dei vecchi frontalieri per stabilire chi dovrà pagare il balzello.
E così se in Italia c’è chi ritine che la tassa, a carico dei vecchi frontalieri, sia ormai solo questione di tempo e che verrà messa in essere entro il 2025, superato la dogana c’è chi invece dice che non si farà mai. In mezzo la soluzione netta come si legge nell’intervento di Lorenzo Quadri che risolverebbe il tutto semplicemente “mercanteggiando”.
Ecco dunque il pensiero. “Se la base legale non c’è, semplicemente bisogna crearla (a Berna). Magari mercanteggiando in cambio di qualcosa. Atto parlamentare già presentato nei mesi scorsi. Ma non c’è nessun motivo per cui la Svizzera dovrebbe ostacolare l’Italia nell’applicare la tassa sulla salute ai frontalieri. Oltretutto, nel caso concreto si tratta semplicemente di fornire un elenco di nomi. Mica stiamo parlando di dati sensibili o di segreti di stato. Il Ticino che si erge a difensore d’ufficio dei permessi G? Anche no. Piuttosto che difenda il suo mercato del lavoro dall’assalto da sud, che è ora!”
Il riferimento all’atto normativo è a un’interpellanza dello scorso dicembre nella quale appunto si chiede di creare la base legale necessaria per la trasmissione dei dati dei frontalieri alle Regioni italiche che ne fanno richiesta. “Non si vede il motivo – recita l’atto parlamentare – per cui la Svizzera dovrebbe ostacolare l’applicazione della tassa sulla salute italiana ai “vecchi” frontalieri, perpetrando così scientemente una situazione di privilegio fiscale che ha l’effetto collaterale di penalizzare i lavoratori ticinesi. Presupposto, va da sé, che l’operazione sia integralmente indennizzata dall’Italia e che quindi non generi costi aggiuntivi alle amministrazioni cantonali”.
Anche perché “anche con la tassa sulla salute, fare il frontaliere rimarrà vantaggioso. E i pochi “vecchi” frontalieri “altamente qualificati”, se non vogliono pagare la tassa sulla salute, possono sempre trasferirsi in Svizzera. In alternativa, i frontalieri che rifiutano la tassa sulla salute non hanno che da rinunciare al permesso G, lasciando il posto a dei ticinesi disoccupati”, si chiude..