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Tentano la “truffa del vino” all’Antica Molina. Ma fanno i conti senza Flavio

È arrivata anche a Como la “truffa del vino”: una semplice ma efficace frode che negli scorsi mesi ha fatto vittime tra numerosi ristoratori in tutta Italia.

Il copione è sempre lo stesso. Una giovane ragazza prenota una cena per 6 persone in un ristorante della zona, chiedendo un vino francese pregiato che il ristoratore, ovviamente, non ha in cantina.

La donna suggerisce quindi un grossista da cui acquistare sei bottiglie a diverse centinaia di euro che pagherà prontamente una volta arrivata per cena. Comprate le bottiglie (in realtà di vino scadente), l’oste attende gli invitati che non si presenteranno mai.

Giusto ieri, una coppia di truffatori ha provato il trucco con Flavio Ceccato, gestore dell’antica Molina di Faggeto Lario. Senza però sapere di trovarsi davanti qualcuno con un cervello più fino del loro.

“Ieri mi ha chiamato una ragazza prenotando un tavolo per sei persone e facendo finta di essere già cliente – spiega l’oste – mi ha raccontato di voler fare un regalo a suo marito e ha chiesto 6 bottiglie di vino Pays D’Oc che non avevo in stock”.

La donna ha chiesto quindi a Flavio di comprare il vino da un grossista che diceva di appartenere a Partesa, nota azienda di distribuzione bevande.

“Mi è stato detto che le bottiglie sarebbero venute 270 euro per ogni confezione da tre e che il prezzo di rivendita era imposto tra i 470 e 520 al cliente finale – spiega Flavio – Il fornitore avrebbe consegnato le bottiglie entro le 15 di oggi mentre la ragazza ha promesso, nel frattempo, che sarebbe passata ieri sera a pagare in contanti. Ovviamente non si è presentata “.

Foto Antica Molina su Facebook

Flavio, che al momento sta andando a denunciare quanto accaduto ai Carabinieri, ha fiutato l’inganno quando la donna, al telefono, sembrava troppo entusiasta di pagare quasi mille euro di vino in contanti e con così tanta disinvoltura.

Una veloce ricerca su internet ha poi rivelato quanto diffusa sia la truffa. Tra le altre cose, il Pays D’Oc viene poco più di 6 euro a bottiglia.

“All’inizio hanno chiamato cercando il vecchio proprietario, usando informazioni datate probabilmente cercando su internet.- racconta Flavio – i sospetti sono iniziati quando ho chiesto al fornitore di fare fattura. Mi ha avvertito che mi sarebbe costato tutto 300 euro in più. Tutte stupidaggini che ti fanno riflettere”.

“Avessi pagato il grossista mi sarei trovato sei bottiglie di vino scadente pagato centinaia di euro – conclude il gestore che ritiene importante rendere pubblica la truffa per mettere in guardia altri commercianti – in teoria dovrebbero ancora presentarsi qui ma non verrà nessuno ne a consegnare il vino ne a cena”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

3 Commenti

  1. Sono nel settore dei bar da 40 anni e conosco molto bene la Partesa che serve molti dei miei clienti nei bar.
    Mi rifiuto di pensare che Partesa sia complice di tanta nefandezza.
    Per quello che ne so io è una società seria e onestà.
    Distinti saluti

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