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Ticino, un iscritto su 5 alla laurea per infermieri arriva dall’Italia: posto fisso entro un anno e stipendi record

La carenza di personale infermieristico è un problema ben noto quando si attraversa il confine. Come altrettanto noto è il fatto che sempre più personale sanitario italiano, specialmente in arrivo dalle fasce di confine, decida di superare la dogana, viste le condizioni lavoro e gli stipendi molto più alti.

E se in Italia si cerca di fermare questa fuga, in Ticino la politica, le strutture sanitarie e i poli di ricerca ragionano su come ovviare a queste problematiche e incentivare le giovani e i giovani ad avvicinarsi all’ambito della cura.

Attiva in tal senso, nel Canton Ticino, la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) che registra interesse crescente verso l’ambito sanitario grazie ai tre corsi di laurea triennale (bachelor) per le professioni sanitarie: in cure infermieristiche, in fisioterapia e in ergoterapia.

E sempre più iscritti arrivano dalle fasce di confine. “Quest’anno abbiamo avuto circa 220 candidature per il solo corso di laurea in cure infermieristiche. Un numero che rappresenta quasi il 10% in più rispetto all’anno precedente. Abbiamo selezionato 140 candidati, di cui circa il 20-25% sono residenti al di fuori del Canton Ticino”, ha detto Carla Pedrazzani, docente-ricercatrice senior e responsabile del bachelor in Cure infermieristiche della Scuola universitaria professionale in un’intervista a tvsvizzera.it

Va detto come il titolo rilasciato in Ticino sia equipollente a quelli delle altre università europee ed extra-europee e “consente di lavorare e proseguire gli studi in tutta Europa; da noi, ad esempio, c’è una forte integrazione tra teoria e pratica e un forte accento posto sul ruolo professionale”, aggiunge.

Diversi candidati italiani scelgono di formarsi in Ticino anche per entrare più facilmente nel contesto sanitario lavorativo svizzero, e magari rimanervi dopo la laurea. “Inoltre, soprattutto per chi abita vicino al confine, frequentare la SUPSI può essere anche logisticamente più comodo che andare a studiare a Milano”.

Anche perché, oltre alle condizioni di lavoro migliori, gli stipendi sono realmente differenti. In base alle cifre fornite dall’Ente ospedaliero cantonale (EOC), in Ticino, lo stipendio mensile in ambito infermieristico parte dai 3’600 franchi mensili per una o un assistente di cura alle prime armi; fino ad arrivare agli 8’000 franchi di stipendio massimo per un infermiere o un’infermiera specializzati, formatori o quadri. Per una medica o un medico si va invece da un minimo di 6’500 franchi, che corrisponde alla paga iniziale di un medico assistente; a un massimo di 12’500 franchi mensili per un capo clinica.

C’è però anche chi compie il tragitto inverso e dal Ticino va a studiare all’Insubria, “fenomeno anchelegato al fatto che in Ticino non è offerta una formazione bachelor in ostetricia. Quindi, potrebbe essere che chi desidera intraprendere questi studi, e vuole farlo in italiano, si rivolga all’Università dell’Insubria”.

Da quest’anno – dice la Regione – per la prima volta, una quindicina di persone – soprattutto giovani donne – si sono candidate dal Ticino per l’ammissione ai corsi di laurea triennale delle professioni sanitarie nelle tre sedi dell’Università dell’Insubria (Varese, Como e Busto Arsizio).

Infine i dati più recenti, riferiti a chi ha concluso gli studi nel 2023, mostrano che, a un anno dalla laurea, il 95% dei laureati e delle laureate SUPSI in cure infermieristiche ha un lavoro fisso. Di questi, il 90% è occupato in Ticino. Inoltre, circa il 60% ha trovato lavoro già entro un mese dal conseguimento del titolo.

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