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Ticosa, eterna utopia: 15 anni di annunci tra rivoluzioni, fantaprogetti e pugni di mosche

Eppure, che viabilità straordinaria ci ha promesso la Ticosa almeno negli ultimi quindici anni, passando dalle due giunte Bruni di centrodestra, sfiorando quella Lucini di centrosinistra e infine planando su quella nuovamente di centrodestra guidata da Mario Landriscina.

Nel 2007, l’anno del famoso abbattimento del Corpo a C dell’ex tintostamperia, il progetto che aveva reinventato (su carta) la viabilità e la sosta dell’intero comparto era targato da una multinazionale, la Multi Developement.

Un’orgia di radicali novità: riconnessione con il borgo di via Milano Alta tramite l’interramento delle vie Grandi e Innocenzo XI fino all’innesto con viale Roosevelt; generale riconnessione con l’intero contesto circostante mediante limitazione del traffico automobilistico con nuovi accessi pedonali all’area, per garantire un’adeguata fruizione degli spazi pubblici; maxi parcheggio pubblico per centinaia di posti auto.

Non se ne fece niente, come noto, tra beghe politiche, questioni architettoniche (il famoso impatto dei nuovi edifici sui campanili di Sant’Abbondio), crisi mondiale del 2008-2009, ritiro della multinazionale.

Ma si tornò a sognare nell’era Lucini (2012-2017), quando l’azienda si rifece avanti per riprendere il filo interrotto.
Pur con qualche modifica, nel 2015 il neo-sogno viabilistico era questo: parcheggio interrato di un solo piano per un totale di 770 posti, nuova rotatoria tra via Grandi e viale Roosevelt, con parziale interramento. Vien da sé: non se ne fece assolutamente nulla anche in questo caso.

E siamo al maggio 2019, quando la giunta Landriscina sfornò (in proprio, stavolta) quanto segue: trasferimento del municipio nell’ex Ticosa, verde, superfici commerciali e – per quanto interessa soprattutto qui – circa 1.000 posti in autosilo parzialmente interrato, altri 220 posti a raso e un’ulteriore quota di posti al di sotto degli edifici destinati al nuovo Comune, attraversamento stradale semi-interrato del comparto da via Grandi a viale Roosevelt. Con la chicca della famosa passerella pedonale a forma di lago.

Esito? Nessuno, per ora. Tutto assolutamente fermo, salvo il progetto preliminare (già passato in giunta) per realizzare giusto la miseria di una settantina di posteggi davanti all’ex Santarella. Nulla più.

“Il parcheggio temporaneo da 70 posti sarebbe stata una buona idea per riconsegnare alla comunità uno spazio abbandonato se l’amministrazione l’avesse realizzato nel primo anno di mandato – commenta il consigliere comunale pentastellato Fabio Aleotti – e nel frattempo avesse messo a punto un progetto viabilistico più ampio per la città che coinvolgesse anche l’ex Ticosa. Purtroppo invece c’è il nulla, l’amministrazione ormai è in scadenza e non ha mai fatto capire qual è la propria visione della Como di domani e come vorrebbe utilizzare quell’area per questo scopo”.

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2 Commenti

  1. Sembra il contrario de “il ragazzo della via Gluk”. Li almeno il prato c’era! Mio zio mi raccontava delle file di maestranze che lavoravano lì..39 anni di inettitudine..pure il celeste imperatore lombardo era venuto a benedire la demolizione..invece arbusti come baobab, desolazione con parcheggio abusivo appena salta qualche cesata di cantiere e la santarella come hospice per i più disperati..ora il 2022 incombe e sindaco più assessori competenti non vorranno nè potranno imbarcarsi in progettoni per i quali hanno però impegnato uffici pubblici..e col 2022 saranno quarant’anni di nulla, eccetto un parcheggio blu!

  2. Ma che 15 anni….. Fu acquistata dal Comune nel 1982 ben 39 anni fa con in più un mutuo al tasso del 18%!!!!
    In un paese normale chi lascia un bene pubblico inutilizzato per 39 anni PAGA I DANNI ALLA COLLETTIVITÀ.
    DA NOI QUESTI COMPETENTONI FANNO DEI CARRIERONI PER QUESTE IMPRESE.

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