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Tra vecchi e nuovi frontalieri chi ci guadagna, e tanto, alla fine è sempre il Canton Ticino

Che sia più conveniente essere un vecchio frontaliere rispetto a uno nuovo è ormai ben chiaro a tutti. In più di un’occasione ne abbiamo parlato facendo anche i conti i tasca ai lavoratori più o meno gravati dalla tassazione. E così mentre in Italia si avvicina la prima scadenza per la dichiarazione dei redditi con il nuovo regime fiscale, una certezza rimane ben salda, ovvero che il Canton Ticino è sempre quello che ci guadagna.

Lecito ovviamente, visto che rappresenta un enorme bacino di lavoro in grado di attrarre persone che altrimenti in Italia non avrebbero ugual trattamento, e frutto degli accordi. A spiegare nel dettaglio cosa accadrà, sulle pagine del Cdt, interviene Giordano Macchi della Divisione delle contribuzioni.

Si parte ovviamente dal fatto che i nuovi frontalieri pagano in Svizzera le imposte alla fonte nella misura dell’80%. I vecchi frontalieri, invece, sono tassati sul 100% dell’imponibile.

Fino al 2034 la Confederazione è però tenuta a versare all’Italia il 40% delle imposte alla fonte prelevate ai vecchi frontalieri, i cosiddetti ristorni. Ciò significa che la Svizzera ora trattiene il 60% di quanto versato dai vecchi frontalieri e l’80% dei nuovi. «Ogni anno che passa, però, con il numero di nuovi frontalieri che andrà ad aumentare a scapito dei vecchi, riusciremo a trattenere sempre più gettito proveniente dall’imposta alla fonte».

Ma soprattutto il 2034 sarà l’anno migliore perché, secondo gli accordi i ristorni saranno definitivamente aboliti e si potrà trattenere in Svizzera il 100% dei ristorni dei vecchi frontalieri, più l’80% di quelli dei nuovi

Dal 2035 in avanti, infatti, in Ticino inoltre, causa età e pensionamenti, avrà sempre meno vecchi frontalieri, sostituiti dai nuovi con il regime di cui si è parlato.

Altro fonte di introiti per il Ticino sarà il cumulo dei redditi. «Se un frontaliere – sia vecchio che nuovo – ha un coniuge che lavora, il nuovo accordo prevede che i due stipendi vengano sommati. Ciò significa che verrà applicata un’aliquota più alta di quella sin qui pagata e noi incasseremo di più», ha spiegato al Cdt.

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