Emozione e storie di rinascita sono stati i protagonisti della cerimonia di premiazione del laboratorio “Il fiume della vita”, che si è tenuta venerdì scorso allo Youth Festival di Cernobbio. L’iniziativa del TEDxYouth@LakeComo, evento patrocinato da diverse istituzioni tra cui Amici di Como con media partner Magic Lake e ComoZero, ha coinvolto ragazze e ragazzi in un’esperienza creativa e personale: rappresentare attraverso un disegno il proprio percorso di vita, il proprio fiume, fatto di scelte, difficoltà e sogni. Sono tre le giovani che si sono distinte e che hanno ricevuto i premi messi a disposizione da Amici di Como.
“Ho sempre pensato di dover essere perfetta ma poi sono esplosa”
A conquistare il primo premio, un monopattino, è stata Beatrice Zanella, che ha raccontato con grande forza e delicatezza il significato del proprio disegno. “Avete mai pensato che la nostra vita è come i fiori attaccati a un filo? Questi appassiscono, muoiono, perdono i loro petali, ma chissà come mai rifioriscono, sempre più belli di prima”, ha spiegato Beatrice davanti al pubblico. Un’immagine poetica e potente, nata da un vissuto personale difficile: “Ho sempre pensato di dover essere perfetta: la figlia modello, la studentessa modello. Sprecavo tutte le mie energie per esserlo. Quando non ce l’ho più fatta, sono esplosa, come un palloncino gonfiato fino al limite”. Poi il buio: “Mi sono ritrovata in un tunnel talmente buio che credevo di non poter più uscire. Cercavo il controllo su tutto, anche sul cibo. Ma punivo il mio corpo, esaurito e stanco, e allontanavo chi voleva aiutarmi”. La svolta è arrivata grazie a un gesto semplice ma fondamentale: “Un giorno mia madre mi ha mostrato un video che sembrava raccontare esattamente la mia vita. L’ho guardato, piangendo, e ho detto: ‘Mamma, voglio guarire’“. Da quel momento, Beatrice ha iniziato la risalita, proprio come i fiori che rifioriscono in primavera: “Quel disegno racconta la mia caduta, dolorosa sì, ma forgiante. Sono rinata, più viva che mai“. Il suo messaggio è stato un invito a tutti a non avere paura di cadere, perché ogni inverno ha la sua primavera.
“Anche quando gli altri non credono in voi, continuate a crederci”
Il secondo premio, dei biglietti per un concerto a scelta, è stato assegnato a Emily Maddalena, autrice di un disegno che raccontava con sincerità il valore dell’impegno e della crescita personale. “Una domanda mi accompagna da anni: ‘Cosa vuoi fare da grande?’ Io non ho paura di fare fatica: mi alzo presto, sto in piedi ore, rispondo con il sorriso anche quando vorrei urlare. Ma non lo faccio perché devo, lo faccio perché ho un obiettivo: voglio un lavoro che mi faccia svegliare felice la mattina”. Emily non sogna fama o ricchezza, ma qualcosa di molto più importante: sentirsi rispettata e poter essere orgogliosa del proprio cammino.
La sua consapevolezza nasce da esperienze concrete: “Ho lucidato posate per ore mentre fuori tutti erano in vacanza. Ho servito clienti che nemmeno ti guardavano in faccia. Ma lì ho capito che chi ci mette impegno, anche nelle piccole cose, sta già costruendo qualcosa di grande“. Ha raccontato anche un episodio che l’ha segnata: “Era uno dei miei primi sabati sera in un locale pieno. Mi sono confusa e ho portato il piatto sbagliato a un tavolo di otto persone. Potevo andare in panico, ma invece ho chiesto scusa, ho rifatto tutto da capo. Alla fine del turno il responsabile mi ha detto: ‘Brava, non sei andata in panico e hai rimediato’”. Una frase che Emily non ha più dimenticato. “Sto imparando, sto crescendo. Ogni obiettivo che mi do è come una diga che costruisco da sola: a volte tiene, a volte crolla. Ma ogni volta imparo a costruirla meglio”. Infine, ha lasciato a tutti un consiglio: “Anche quando gli altri non credono in voi, continuate a crederci, perché l’unica voce che deve spingervi avanti è la vostra”.
“L’ansia c’è sempre, ma è proprio l’emozione a rendere tutto speciale”
Il terzo premio, un paio di cuffie, è andato a Eleonora Siena, che ha raccontato di aver trovato il proprio equilibrio e la propria forza in una passione non comune: l’acrobatica aerea sul cerchio. “Avete mai trovato qualcosa che vi fa sentire al sicuro? Non parlo di qualcosa di fisico, ma un’attività che, ogni volta che la fai, ti fa sentire come se fosse l’unica cosa che conta davvero”. Per Eleonora, quella passione è arrivata quasi per caso: “Fin da piccola amavo esibirmi, dalla danza classica fino a quando ho visto per la prima volta l’acrobatica aerea in uno spettacolo a teatro. È stato amore a prima vista”. Da quel momento, ha trovato uno scopo per cui impegnarsi, un’attività che l’ha aiutata a crescere, superando insicurezze e paure: “Ogni settimana aspetto con ansia le lezioni. Anche se stancanti, sono il mio rifugio. E ogni esibizione, anche solo davanti alle mie compagne, mi fa sentire davvero viva”. Eleonora ha spiegato quanto sia importante per lei esibirsi, non per il pubblico, ma per sé stessa: “Ogni volta è come se fosse la prima. L’ansia c’è sempre, ma è proprio l’emozione a rendere tutto speciale: mostrarsi vulnerabili, ma convinti di quello che si fa“. Ha concluso con una frase che racchiude il senso del suo percorso: “Nella vita, l’importante non è trovare te stesso, ma crearlo. Anche se non avete tutto chiaro, basta solo una certezza per cominciare a costruire chi siete“.
Tre storie diverse, tre ragazze con percorsi personali intensi e profondi, unite da un unico filo: la voglia di crescere, di cadere e rialzarsi, di credere in se stesse nonostante le difficoltà.