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Troppi o troppo pochi? I taxi tra Como e Svizzera e con lo spettro del terzo incomodo

Non c’è estate sul lago di Como, specialmente in questi ultimi anni di presenze record, senza polemiche sul numero di taxi limitato. Si succedono i casi di turisti rimasti in attesa per ore prima di veder arrivare un taxi o visitatori “soccorsi” a volte dai comaschi stessi. Senza dimenticare i casi di taxisti abusivi.

E nonostante le ultime notizie parlino del rilascio di 19 nuove licenze  in città, il tema della carenza di taxi, della convivenza con gli Ncc – senza escludere lo spettro di Uber – agita il sonno di turisti e operatori del settore. Ebbene, appena superato il confine, il problema esiste ma è l’opposto: troppi mezzi in circolazione. Oltre a ciò va considerato anche l’arrivo, da pochi mesi appunto di Uber.

La tensione è così alta che solo un paio di mesi fa, e non era un caso isolato, fuori dalla stazione di Lugano due tassisti autorizzati dal Municipio sono venuti alle mani tanto da richiedere l’intervento della polizia.

Come detto ad agosto a Lugano ha debuttato con succeso Uber che dopo pochi mesi ha esteso il servizio a tutto il cantone. “Fatto che risponde a una forte domanda, emersa in occasione del lancio di UberX a Lugano lo scorso agosto. Ora è possibile ordinare una corsa sull’app Uber in tutto il Ticino, dal Locarnese, passando per il Bellinzonese, fino al Mendrisiotto”, così recita il comunicato stampa.

Una situazione complessa dunque che secondo Luca Quadri, presidente dell’associazione Taxi Autorizzati della Città di Lugano, trova ragione nel numero delle auto. Come detto a Ticinonews di recente, “il bandolo della matassa andrebbe rintracciato a livello federale. Il rapporto taxi-abitante dovrebbe essere studiato correttamente. Lugano, che conta una popolazione di circa 60mila abitanti, ha 340 taxi (tra ufficiali e abusivi). Non è normale, dove andremo a finire?».

Una lunga storia che arriva fino ad oggi quando il deputato UDC Tiziano Galeazzi in una mozione inviata al Consiglio di Stato fa il punto sulla situazione. «In tutti questi anni non si sono visti miglioramenti nel settore del trasporti taxi sull’intero territorio ticinese. Anzi negli ultimi mesi abbiamo assistito a eventi poco edificanti all’interno di questa categoria, specie a Lugano. E oggi, con l’arrivo della piattaforma “Uber” le problematiche sembrano aumentate».

Da qui la proposta di uno “uno studio in materia”, per arrivare ad esempio a “un’adeguamento delle regole di ingaggio: contratti, prestazioni sociali, salari e tariffe di trasporto sotto lo stesso regolamento».

E ancora: «”Identificare a chi dare il ruolo istituzionale di controlling, compliance, vigilanza e responsabilità della gestione unificata. Analizzare le esperienze degli altri paesi, estrapolando le best practices quali il contingentamento del numero di autisti taxi e ncc, fondamentale per tutelare l’equilibrio di mercato ed evitare situazioni di ingiustificati ribassi tariffari imposti (di fatto) dai futuri competitor. (esempio Uber)”.

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