Certo il problema non è esclusivamente di Cernobbio o di Como e del suo centro storico e non solo.
La questione, con la bella stagione, riguarda tutto un territorio letteralmente preda di un turismo incessante e fagocitante che se certo porta ricchezza (poi bisogna vedere a chi va la medesima) porta anche un utilizzo degli spazi pubblici totalmente disinteressato, che ignora le regole, il vivere civile e soprattutto il normale bisogno dei residenti di continuare a stare in casa propria. Una casa che non termina con l’uscio dell’appartamento, anzi.
Così oggi riceviamo una nuova segnalazione, anzi l’ennesima, da Cernobbio dove in questo periodo di ponti concatenati tra Pasqua e il primo maggio la situazione si è fatta complessa. [Per contributi, segnalazioni, reazioni e opinioni: redazionecomozero@gmail.com, il numero Whatsapp 348.6707422 o la pagina dei contatti].
Ecco quanto ci viene raccontato da Cernobbio con mail firmata e foto a testimonianza:
Via Garibaldi, il ritorno del parcheggio selvaggio: sicurezza? Solo sulla carta
C’era una volta – e c’è ancora, purtroppo – Via Garibaldi. Una delle arterie principali di collegamento verso Piazza Risorgimento e il cuore storico di Cernobbio. Una via che avrebbe dovuto cambiare volto grazie alla rimozione degli stalli blu: una scelta, spiegava con convinzione il Comando di Polizia Locale, fatta per garantire maggiore sicurezza ai pedoni e per rendere il percorso più bello, più libero, più… vivibile.
Peccato che, a distanza di settimane, i buoni propositi siano rimasti tali. I marciapiedi, liberati dalle auto a pagamento, non sono stati riconquistati dai pedoni, ma sono diventati il confine fragile tra chi cammina e chi parcheggia “a filo strada”, riducendo la carreggiata a una corsia di slalom.
Le auto non sono in doppia fila, è vero. Ma occupano il bordo della via in modo così sistematico da costringere i veicoli in transito a spostarsi verso il centro della carreggiata… invadendo spesso lo spazio vitale dei pedoni, che si trovano così “protetti” solo da qualche centimetro di marciapiede e dalla speranza che nessuno sterzi all’ultimo.
La sicurezza pedonale? In teoria, priorità assoluta. In pratica, una bella parola che smette di valere alle 19:00, quando – come confermato – ogni forma di controllo si interrompe. Una scelta francamente incomprensibile in una città a vocazione turistica, dove l’afflusso serale non è certo un’eccezione.
E così, mentre i posti blu in Via Erba restano tristemente deserti, su Via Garibaldi si consuma ogni sera lo stesso copione: un parcheggio diffuso, informalmente tollerato, in una strada che dovrebbe essere simbolo di decoro urbano e attenzione al cittadino. Il tutto, ovviamente, in assenza di sanzioni, controlli o semplici passaggi di monitoraggio.
Lasciata Via Garibaldi, ci si sposta su un’altra via centralissima: Via Monti Besana. Anche qui il copione non cambia. Un’auto ferma con le quattro frecce accese – l’eterno simbolo del “torno subito” – e il gioco è fatto. Nessuno chiede, nessuno interviene. Come se quelle lucine intermittenti avessero il potere magico di sospendere il Codice della Strada. In realtà, le quattro frecce non valgono nulla, se non come segnale silenzioso di un’abitudine ormai accettata: parcheggiare dove capita, tanto “lo fanno tutti”.
Nel frattempo, i pedoni – quelli veri, in carne, ossa e passeggini – si arrangiano come possono, zigzagando tra il traffico e stringendosi contro i muri. Perché in fondo, a Via Garibaldi, la sicurezza è tutta una questione… di sopravvivenza.
LE IMMAGINI