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Turismo della spesa, supermercati italiani sempre strapieni di ticinesi. E il ‘trucchetto’ svizzero fa flop

Il Governo elvetico, come noto, ha previsto dal primo gennaio 2025 la riduzione della franchigia doganale da 300 e 150 euro nel tentativo di limitare i viaggi dei consumatori svizzeri nei supermercati italiani dove i prezzi sono più bassi.

E l’Italia ha per contro ridotto – dal mese di febbraio – il limite per il rimborso IVA (da 154.95 euro a 70) andando nella sostanza a ridurre l’impatto di quanto deciso in Svizzera. Per contro la Federazione del commercio al dettaglio svizzero aveva chiesto di ridurre ulteriormente la franchigia a 50 franchi come accade ad esempio in Germania.

Una mossa dunque, quella del governo svizzero, per arginare i turisti della spesa visto anche che secondo le stime della Swiss Retail Federation, gli svizzeri spendono oltre 8,5 miliardi di franchi nei Paesi limitrofi per acquisti.

Ebbene, dopo quasi 7 mesi dall’entrata in vigore della normativa, l’Italia resta ancora il paradiso degli acquisti per gli svizzeri.

E a certificarlo anche nomi della grandi distribuzione elvetica. Per Migros – come riporta il Cdt “la nuova soglia non ha spostato gli equilibri. Può comunque ridurre lo svantaggio concorrenziale che i negozi ticinesi subiscono”. Si stima anche quanto impatta il volume degli acquisti fatti in Italia da parte dei ticinesi. “È superiore ai 500 milioni di franchi annui e, dal nostro punto di vista, negli ultimi anni è in crescita. Basti pensare che oggi il più grande attore del commercio al dettaglio per i ticinesi è l’insieme dei negozi e supermercati di oltre confine”, dice Migros.

Realtà confermata anche da Coop Lombardia, sempre contattata dal Cdt: “A sei mesi dall’entrata in vigore della nuova franchigia non registriamo un calo significativo della clientela svizzera e ticinese nei nostri punti vendita di confine”.

“Ciò che è cambiato, semmai, è il valore medio dello scontrino: osserviamo infatti che la spesa dei clienti svizzeri tende oggi a mantenersi più frequentemente al di sotto della soglia che impone il pagamento dell’IVA al rientro nel loro Paese”. Insomma, i ticinesi spendono meno ma forse vanno più speso.

Evidenti vece l’aumento degli sdoganamenti tramite l’applicazione QuickZoll. Infatti, se nel primo semestre del 2024 tramite QuickZoll sono stati registrati circa 38 mila sdoganamenti e circa 3,9 milioni di entrate, quest’anno gli sdoganamenti (le cifre non sono ancora definitive) sono stati 88 mila e le entrate sono salite a 6 milioni.

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