“L’unico Centro di aggregazione, non solo per “vecchi rinco…” (cit. sig. Sindaco) in città murata è costretto suo malgrado a restituire le chiavi”. Con queste parole la storica Bocciofila Combattenti di via Balestra annuncia la fine della sua battaglia per la sopravvivenza e la chiusura definitiva, il prossimo 4 aprile. E ora, falliti tutti i tentativi di mediazione con il Comune, che lo scorso luglio aveva invitato ufficialmente l’associazione a liberare i locali entro fine agosto, per quel manipolo di anziani gentili ma agguerriti è davvero arrivato il momento salutare quello spazio prezioso e unico che li ha ospitati per 75 anni, dal 1948.
La ragione dello sfratto è nota: nei locali dell’ex ristorante verrà realizzata la nuova caffetteria a servizio dello spazio espositivo che accoglierà parte del Tesoro di Como, le monete di epoca romana trovate nel 2018 durante i lavori di restauro dell’ex Cineteatro Cressoni. “Nonostante tutti i tentativi profusi dall’attuale Presidente Renato Fumagalli, sostenuto dal Consiglio Direttivo e da tutti i soci dell’Associazione dopo il ricevimento della nota con la quale si chiedeva all’Associazione di liberare la sede dell’attività sita in via Serafino Balestra – si legge infatti in un comunicato inviato dall’associazione – in seguito alla lettera di diffida inviata in data 19 febbraio 2024 dall’Avvocato dott. Andrea Romoli Venturi (dirigente del settore Appalti e contratti del Comune Ndr), il Consiglio Direttivo in accordo con tutti i soci, hanno deciso di attenersi al volere dell’Amministrazione comunale impegnandosi a restituire le chiavi in data 4 aprile. L’unico Centro di aggregazione, non solo per “vecchi rinco…….” (cit. sig. Sindaco) in città murata è costretto suo malgrado a restituire le chiavi””.
Perché, alla fine, le cose stanno così: Como non perde solo un campo da bocce, perde un luogo di aggregazione di cui la città è tristemente priva. E se si può sicuramente concordare con il Comune sull’inadeguatezza e la vetustà della struttura che ospita i campi arrivando persino a pensare, più che lecito, che sia davvero così fuori luogo che degli anziani si ritrovino a fare due chiacchiere nello stesso giardino della caffetteria del Museo Archeologico, ma la realtà è che da fine mese ci sarà una ventina di soci, persone fragili e preziose (oltre a un manipolo di una quindicina di signore che si sfidano settimanalmente sui campi di via Balestra), che non sapranno letteralmente dove ritrovarsi.
“Il Sindaco ha deciso, è stato impossibile parlarne. Giusto o sbagliato che sia non torna sui suoi passi quindi ce ne andiamo – racconta il presidente dell’associazione, Renato Fumagalli che abbiamo sentito per un commento– ovviamente l’amministrazione ha tutto il diritto di fare ciò che vuole, ma non in questo modo, senza dialogo e offrirci un’alternativa”.
È vero che il Comune, fin dalla prima lettera nella quale annunciava lo sfratto, si riservava “di valutare l’esistenza di eventuali possibili alternative per consentire la prosecuzione dell’attività sportiva in altre sedi”, ma la realtà è che non solo non è stato trovata nessuna alternativa per continuare a giocare a bocce, ma non è stata nemmeno proposta ufficialmente una sede almeno per continuare a incontrarsi. O meglio, per la logica secondo la quale un posto vale l’altro e il concetto di prossimità e valorizzazione dei quartieri è superfluo (asili nido docet), all’associazione Combattenti era stata proposta informalmente una nuova sede ad Albate, negli spazi della Cascina Massée. Non esattamente a due passi dalla città murata e senza neppure un campo da bocce, è vero, ma piuttosto che niente se la sarebbero fatta andare bene. Peccato che non sia mai arrivata una proposta ufficiale da parte dell’amministrazione.
“Qualche mese fa siamo andati con un dirigente del Comune a vedere gli spazi della Cascina ma da lì in poi il silenzio – spiega Fumagalli – ho parlato con il sindaco, ho protocollato giusto pochi giorni fa una richiesta, ma nessuno ci ha più fatto sapere niente tanto che saremo costretti ad abbandonare tutti i nostri arredi qui in via Balestra perché non sappiamo dove portarli. Li butteranno quando distruggeranno la struttura, non so. Ma da oggi noi dove andiamo?”.
In attesa di una risposta, però, martedì 2 aprile alle 15 sarà tempo di ammainare la bandiera nel giardino della Combattenti con un vero e proprio “funerale” a un pezzo di storia di Como che si perde per sempre. Perché è vero che si può trovare un locale in qualsiasi altro quartiere per continuare a trovarsi, magari con un po’ più di fatica e qualche autobus da prendere a 90 anni. Ma la realtà è che nel cambiare il volto di questo luogo facendolo diventare “a misura di turista” senza offrire un’alternativa in centro, Como non solo dice addio per sempre a uno spazio di aggregazione unico, ma dimentica (si spera non per sempre) che una società non può dirsi migliore perché ha aperto un nuovo bar o un nuovo museo se per farlo ha calpestato il rispetto e l’attenzione per chi, questa città, ha contribuito a farla crescere.
4 Commenti
Sfratto alla bocciofila dunque non tanto per necessità di spazi espositivi ma per far spazio a una caffetteria?
Del resto in Como siamo proprio carenti di caffetterie, eh già.
E ad ogni modo, con tutto il dovuto rispetto per il nostro patrimonio archeologico, le monete sono cosa morta, le persone che si ritrovano a socializzare sono la celebrazione della vita.
@redazione: per favore, un’informazione: quante persone avevano (libero) accesso alla struttura? Grazie
Anche fossero poche (e dipende con che criterio si considerano poche), si eliminano pezzetti di storia, attimi di socialità di persone che possono non avere altri momenti di contatto a favore di cosa? Turisti mordi e fuggi , il centro città sta diventando un outlet e la periferia solo case dormitorio ( e forse neanche quello) perché si tolgono servizi, e si svuotano immobili che chissà che fine faranno
Ma come deve sentirsi Rapman?? Ma sentirà qualcosa? Per farlo bisogna supporre di essere in grado di vedere che esistono altre persone oltre al proprio ego . Narcisista estremo.Che vergogna!