Le foto sono “ante temporaloni” di ieri e anche “ante Aniston-Sandler”, che oggi occuperanno l’area del Tempio Voltiano in grande stile (sperando che non inquadrino troppo le aiuole modello Spelacchio).
Ma è comunque difficile immaginare che il rovescio d’acqua di ieri o il tocco magico di Hollywood possano aver rinvigorito, rinverdito e rianimato un cannocchiale che pare più un monocolo sfocato.
Si presenta davvero male in questa estate 2018 uno dei prospettivi più da cartolina di tutti, a Como. Il lungo viale verde che porta al Tempio, più di tutti gli altri spazi verdi, è molto più simile a un campo brullo che non al nobile tappeto erboso che introduce alla vista del monumento.
Certamente anche il caldo torrido avrà avuto il suo bel peso, e nel complesso tutto il verde della zona giardini a lago è davvero malconcio. Anzi, in larga parte – attorno al Museo della Resistenza europea, alla scultura raffigurante Mafalda di Savoia e nei dintorni – il verde è assente, bruciato, soffocato da terra aspra e circondato da siepi mancanti di vari “pezzi”.
C’è davvero da sperare che il futuro progetto per la radicale revisione di tutta l’area dei giardini a lago – si è in attesa dell’esecutivo, possibili lavori nella prima parte del 2019 – innanzitutto sia ben realizzato ma forse ancor più che sia ben gestito (meglio dell’area attuale, come minimo: qui come sarà).
In un’altra area simbolo della città – viale Geno – purtroppo le cose non vanno meglio. In particolare, il verde della Passeggiata Ramelli è in condizioni poco meno che disastrose.
Si vedono più tubi sparsi per l’irrigazione (ma funziona?) che fili d’erba, fiori pochi e sofferenti. Fieno, terriccio e cespugli senza un perché, invece, abbondano.
Una triste consuetudine, purtroppo, per i comaschi trovarsi con le aree verdi ridotte a steppe nei mesi estivi. Eppure, non ci si fa mai l’abitudine.
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