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Tutto il Lago di Como stretto a difesa del suo ospedale: folla straripante per dire no a tagli e chiusure

Un vero successo di pubblico a partecipazione l’incontro aperto organizzato ieri sera, venerdì 28 giugno, dal Comitato per la Difesa dell’Ospedale di Menaggio e della Sanità Pubblica nell’aula magna della Scuola Media Rezia di Menaggio. Enorme la partecipazione di pubblico e dunque appello del Comitato raccolto alla grande per dire no al depotenziamento del presidio centrolariano da parte di Regione Lombardia, ora smentito ma solo pochi giorni fa annunciato (con la chiusura del Pronto Soccorso) da parte dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso, mai smentito peraltro dal presidente Attilio Fontana.

A oggi, come si accennava, quella che comunque viene definita “riorganizzazione” è solo sospesa, mentre la questione animerà anche la prossima seduta di consiglio regionale dove approderanno sia la mozione dell’opposizione per difendere l’ospedale di Maggio, con il comasco Angelo Orsenigo del Pd in prima fila, sia quella in preparazione da parte della maggioranza, dove tutti gli esponenti lariani – e in particolare il forzista Sergio Gaddi e la meloniana Anna Dotti – si sono detti categoricamente contrari a tagli e chiusura.

Tornando alla serata di ieri organizzata dal Comitato, la posizione era quella chiarissima già anticipata: “L’ospedale Erba-Renaldi di Menaggio deve tornare alla piena funzionalità, invertendo il segno degli ultimi anni in cui abbiamo visto un progressivo svuotamento del presidio e un attacco frontale al diritto alla salute del territorio”, concludono i promotori dell’incontro pubblico”.

E sul tema è intervenuto, dopo la presenza di ieri sera, il consigliere dem Angelo Orsenigo con una nota: “Altro che ‘tempesta in un bicchiere d’acqua’, come l’ha definita il presidente Fontana. La grande presenza di cittadini riunitisi a centinaia all’incontro pubblico di ieri sera a Menaggio testimonia che il territorio del lago di Como ha una richiesta precisa e urgente per la politica: dobbiamo salvare l’ospedale di Menaggio, potenziare il suo pronto soccorso e riportare il presidio alla sua totale operatività”.

“Il mio impegno sarà sempre quello di sostenere le istanze del territorio e dei cittadini – ha concluso Orsenigo – Davanti a un obiettivo così cruciale per tutti noi, non possiamo fermarci. Continueremo a combattere nell’aula del Consiglio regionale e in piazza”.

Da ricordare, infine, che l’assemblea dei lavoratori del presidio menaggino ha approvato all’unanimità lo stato di agitazione del personale. L’incontro, convocato dalle Rsu con Cgil, Cisl e Uil, è culminato con la decisione unanime di protestare, proprio a partire dalla proclamazione dello stato di agitazione.

 

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7 Commenti

  1. E POI? questa è la domanda che probabilmente i “quadri” direzionali potrebbero porre! ed allora per “il poi” io sostengo che un ospedale funzionante ed atrezzato non può che alleviare il prolungarsi di code ed attese estenuanti a cui la sanità ci sta condizionando. Molti medici danno prestazioni immediate a pagamento negli studi professionali: costoro potrebbero, a fronte della loro operatività nel privato, avere l’obbligo -pur retribuito – di dare un sostegno fattivo alla sanità pubblica in modo da allentare le succitate attese e code.

  2. Il problema non sono i “terroni” (il solito ritornello lacustre), il problema è il gregge lariano che servilmente li ha SEMPRE votati. Finiamola di credere che esista il capro espiatorio. Sono decisioni collegiali e condivise dunque la responsabilità è dell’intero apparato governativo lombardo. P.s.: articolo 22 legge Costituzionale: il Presidente della Giunta rappresenta la Regione, dirige la politica della Giunta e ne è responsabile. La Giunta regionale è l’organo esecutivo delle Regioni. La Giunta ha il potere legislativo e definisce i regolamenti regionali.

  3. Gli avete votati e sono anni che con scuse di tutti i tipi chiudono gli ospedali minori, secondo i loro parametri ovviamente.
    Chi è causa del suo mal pianga se stesso.

  4. Oltre alla sala era gremito il cortile sottostante, tanto che si è dovuto ricorrere ad un ulteriore microfono. L’impressione è che Como, in Regione Lombardia. conti zero. Qui arrivano solo per chiedere voti al gregge. Decide Bertolaso e Bertolaso non si tocca. La lega non voleva i “terroni”….. Adesso ci comandano e ci calpestano. Complimenti Attilio Fontana!!!

      1. Ovvio, Bruno, che è una provocazione!!! Ci mancherebbe… Sono terrona anch’io e me ne vanto. Curioso che tra tutti i nostri eletti in Consiglio Regionale non ci sia un “braccio destro” adatto per il Presidente e venga difeso con le unghie e coi denti un signore romano, senza partito e non votato che ha potere di vita e di morte

        1. Penso che Bertolaso abbia espresso in termini sbagliati,per tempi,luoghi e contesto, quello che il consiglio regionale pensa da tempo e che sta già mettendo in atto da tempo. Tornare ai bei tempi dell’ospedale sarà impossibile e non solo per colpa della regione, mancano risorse umane anche nei grandi ospedali.. Bisogna puntare ad un compromesso onorevole.

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