L’inizio dei lavori per la costruzione della Variante della Tremezzina sta già suscitando molte perplessità, soprattutto tra le attività locali, che ancora in balia delle incertezze, si domandano come possano operare senza ostacoli nei 4 mesi in cui la Statale Regina, nel tratto del comune di Colonno, non permetterà il passaggio regolare al traffico.
Tra questi ci sono Jozefina Luka, direttrice della Rsa Villa Stefania a Sala Comacina, e Alberto Meneghini, direttore d’area del gruppo Coopeselios (cooperativa sociale che gestisce la struttura): “Se non avremo risposte e la situazione non cambierà dovremo procedere per vie legali – evidenziano – abbiamo degli obblighi istituzionali che non possiamo adempiere se la strada rimarrà chiusa”.
La situazione non è delle più semplici, e per ora nemmeno il settore sanitario sembra avere ricevuto delle risposte: “Non abbiamo avuto comunicazioni ufficiali e non siamo stati convocati da nessuna istituzione – spiegano – abbiamo saputo della chiusura della strada e delle tempistiche solo tramite i media e tuttora non siamo stati contattati per capire come potremo gestire le varie emergenze mediche”.
I problemi da affrontare sono molti, primo su tutti quello dei pazienti: “Se la strada rimarrà chiusa inciderà moltissimo sul nostro operato perché diventerà impossibile gestire le eventuali urgenze. La maggior parte dei nostri medici proviene da Como o comunque da zone dopo Colonno, se un paziente dovessi sentirsi male, non riuscirebbero ad arrivare alla struttura in tempo”. Per non parlare poi del duro colpo psicologico che rischiano di subire gli ospiti di Villa Stefania: “Finalmente dopo un anno e mezzo sembrava intravedersi la luce, e ora per altri 4 mesi sarà tutto bloccato – spiega Jozefina Luka – le visite, con la strada chiusa, saranno molto più difficili da organizzare, ora per arrivare in struttura ci possono volere delle ore partendo da Como. Bisogna inoltre ricordare che i nostri pazienti sono reduci da un lungo periodo di isolamento”.
Da non trascurare poi è la questione degli operatori che lavorano nella Rsa di Sala: “Anche il nostro settore come tutti è stato colpito dalla pandemia – racconta Meneghini – se la situazione non cambierà lo scenario che si prospetta è preoccupante, sia a livello economico che a livello occupazionale, sarebbe l’ennesimo terribile colpo degli ultimi mesi, che però questa volta rischierebbe seriamente di farci chiudere. Siamo una delle principali strutture di tutta la zona, siamo aperti da anni, se non riuscissimo a sopravvivere sicuramente ciò avrebbe anche delle serie ripercussioni sul territorio”.