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Foto, Terragni e caffè: com’è gentile la via Anzani di Lorenza. “Entrata per qualche scatto, sono rimasta 3 ore”

C’è un’altra via Anzani oltre quella balzata agli onori delle cronache, negli ultimi anni, per le risse, l’alcol, le chiusure forzate dei locali e le frequentazioni spesso non proprio rassicuranti.

E’ una via Anzani fatta di semplicità, bellezza e accoglienza che solo chi sa guardarla con occhi diversi è in grado di cogliere.

Qui infatti, proprio nel punto più “caldo” all’angolo con via Magenta, spesso teatro degli episodi più preoccupanti di questa zona, si trova un complesso bellissimo e poco noto, una piccola perla del Razionalismo comasco: le Case Popolari progettate tra il 1938 e il 1939 da Giuseppe Terragni e Alberto Sartoris, nate come parte di un più ampio progetto di urbanizzazione della zona di Rebbio e poi realizzate qui, anche se solo in minima parte.

Due edifici che, già solo per il fatto di esistere, potrebbero rappresentare il lato luminoso e bello di una via spesso ingiustamente etichettata come un piccolo Bronx, ma che invece nascondono anche un cuore vivo e pulito che solo passeggiando tra quei ballatoi è possibile scoprire.

E a farlo è stata la fotografa comasca, e architetto, Lorenza Ceruti che, complice la necessità di alcuni scatti per il libro dedicato al Razionalismo che ha realizzato con Luigi Cavadini (“Razionalismo sul lago di Como”, Dominioni Editore) è andata oltre il muretto usato come portarifiuti e ha scoperto un mondo inaspettato.

“Per realizzare questo libro ho visitato molti edifici ma in quasi tutti ho ricevuto un’accoglienza molto formale, quasi altezzosa – racconta – qui invece sono entrata giusto per fare alcuni scatti, ma è finita che ci sono rimasta tre ore da tante erano le persone che abitano qui, curiose di sapere cosa stessi facendo e pronte a posare le borse della spesa per mostrarmi non solo l’edificio, ma anche per aprirmi la porta delle loro case per bere un caffè”.

Dietro alle foto fatte di pura architettura e senza presenze umane, firma inequivocabile di Lorenza Ceruti, ecco quindi svelarsi un micro mondo accogliente e inaspettato, fatto di cura e amore per il luogo in cui si abita, contraltare perfetto di quello che succede appena al di là del cancello: “Ho chiacchierato a lungo con tante signore che abitano qui che mi hanno raccontato quello che succede nella via, ma anche di chi tra loro si preoccupa di pulire il muretto dai rifiuti abbandonati o di chi si occupa di tenere puliti i ballatoi e di curare le piante del giardino condominiale che separa i due edifici, uno spazio meraviglioso in cui chiacchierare la sera sulle panchine – racconta Ceruti – è stata una scoperta bellissima e inaspettata che fa fare un po’ la pace con questa via”.

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5 Commenti

  1. Le architetture migliori trovano conferme nel senso di comunità e nel desiderio di conservazione dei residenti. Il bello richiama il bello, così come il degrado induce alla mancanza di rispetto. Come in via Anzani, i due mondi possono essere separati da un sottile diaframma. Come in via Anzani, il buon senso dei residenti si scontra con la l’incapacità degli amministratori. Vecchi e nuovi.

  2. Tutto bellissimo foto incluse ma per un attimo durato 3 ore. Chi vive lì 24hsu24h da anni è in una via non turistica e quindi dimenticata.

  3. Sette anni fa ho scelto di acquistare un appartamento in via Anzani, per viverci ovvio, non c’è giorno o quasi che non malefica quella scelta. Non passo davanti alle case popolari da 4/5 anni, perché tra sala scommesse, ora chiusa, il negozio/bar e un altro bar ci sono frequentazioni poco carine per passarci davanti , oltre alla puzza di urina umana, foto e video confermano il tutto. Perciò evviva l’architettura, evviva la gente , ma provate a viverci voi qui e poi mi direte. Accoglienza e gentilezza non è inaspettata per la via Anzani, siamo persone molto civili e molto tolleranti.

  4. Belle foto e splendido articolo. A volte basterebbe solo una minima attenzione da parte della politica e degli amministratori per rendere serena la vita dei cittadini, in tutti i quartieri.

  5. “E’ andata oltre il muretto usato come portarifiuti e ha scoperto un mondo inaspettato”

    Quante volte potremmo scoprire mondi inaspettati nella vita se solo ci concedessimo il coraggio e la libertà di andare oltre quei muri…

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