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Via Diaz, il rifugio anti franchising: negozi e botteghe con l’anima antica di Como. I volti e le storie

Esistono vie che hanno, più di altre a volte più “blasonate”, un’anima luminosa e bella capace di renderle speciali. E a rendere possibile questa sorta di magia, ormai sempre più rara, travolti come siamo da catene di negozi tutte uguali e aperitivi alla moda, non sono le vetrine affacciate sulle vie che contano o i marchi più esclusivi dello shopping, ma le persone.

Ecco, la vera magia di via Diaz, ciò che rende questa strada, stretta tra il caos della “vasca” e il silenzio della vicina via Volta, un angolo speciale sono proprio le persone che lavorano qui e che scelgono ogni giorno, tenacemente, di volerle bene.

La polleria

“Quando i miei genitori hanno deciso di spostare il negozio di via Boldoni a qui, nel 1988, via Diaz era considerata periferica – racconta Mariagrazia Bancora che, con il marito Mario Franchetto, gestisce la storica polleria all’angolo con via Lambertenghi – adesso invece questa è diventata una via di passaggio ma senza perdere la sua identità di via di botteghe, una di quelle vie in cui puoi fare un’intera spesa e trovare ancora di tutto e proprio per questo piace ai comaschi, a chi viene a fare compere da fuori città e anche ai turisti a caccia di qualcosa di caratteristico. E chissà che i nuovi cantieri nella parte alta della via non portino anche altre attività, oltre a nuova vita”.

La coltelleria

“Una volta un turista entrando nel mio negozio mi ha detto ‘Finalmente! Ma a Como vi vestite e basta?’ – le fa eco Pino Gasperi, titolare insieme alla figlia Tania della vicina coltelleria, uno dei negozi più antichi della via – nella cosiddetta ‘vasca’ ormai ci solo catene di abbigliamento ma la città ha bisogno anche di altri tipi di negozio, come quelli che ci sono ancora in via Diaz. I turisti, ma anche i comaschi, cercano le attività caratteristiche, non quello che trovano anche a casa loro, e anche per questo mi sono rifiutato di vendere gli arredi, che hanno più di cent’anni, a una persona che si era offerta di rifarmi il negozio a nuovo. I soldi non possono comprare tutto e di certo non possono comprare l’anima di un luogo”.

Il negozio di prodotti tipici

“È vero, ogni negozio qui ha un’anima e tutti facciamo in modo di rendere la via sempre più bella e pulita, una piccola Brera comasca e i clienti lo apprezzano – confermano Monica e Tiziano tra le catene di peperoncini, la frutta freschissima e i prodotti tipici del loro negozio “Torre del Gallo” – noi abbiamo aperto solo tre anni fa e ci siamo fatti conoscere dai comaschi facendo consegne a domicilio durante il lockdown, ma oggi la nostra clientela è fatta anche da turisti che entrano anche solo a scattare una foto attirati dalla particolarità del negozio e poi scoprono i nostri prodotti. Il complimento più bello? Quando ci hanno detto che qui sembra di essere a casa”.

Il negozio d’abbigliamento

“Il segreto sta nel fatto di non essere una via di franchising come se ne trovano in tutte le città – spiega Anna D’Amario, titolare da quasi quarant’anni dei due negozi d’abbigliamento “Lady Anna” – qui si trova un po’ di tutto, c’è varietà e i turisti, ma anche i comaschi, cercano vie come questa, carine e diverse dal solito ma, soprattutto, cercano negozi in cui trovare passione per il proprio lavoro e un dialogo che nelle grandi catene è impossibile trovare. Ho addirittura clienti che, durante il lockdown, mi hanno scritto dall’Australia e dal Giappone per sapere come stavo, e questo non ha prezzo”.

La pizzeria

“Quello che è via Diaz oggi è stato un lavoro lungo, fatto goccia dopo goccia da chi lavora qui – racconta Agostino Donnarumma, titolare della famosissima pizzeria al trancio “Peach Pit”, e fresco di inaugurazione di un secondo locale in via Garibaldi – una volta qui alle cinque di pomeriggio già era tutto deserto, poi è arrivata l’epoca della movida, con la strada invasa da ragazzi fino a tarda notte nei bar o a mangiare la pizza da me tanto che avevo dovuto assumere un buttafuori per mantenere l’ordine fuori dal locale. Oggi invece via Diaz ha finalmente trovato una sua nuova identità, con il contributo di tutti”.

La bottega d’arte

Un’identità che passa anche, e soprattutto, attraverso piccoli gesti di amore e rispetto per quella che è più una casa che un semplice luogo di lavoro. Gesti come quelli di Carla Pellegatta, Mario Lombardi e i figli Alessandro e Andrea, titolari della “Bottega d’Arte”, un luogo in cui alla bellezza si mescola, impercettibile ma preziosissima, la gentilezza verso le persone, ma anche verso i luoghi: “Ogni tanto, quando ho un vecchio straccio da buttare, arrivo fino al cestino dei rifiuti all’angolo e lo pulisco e tutti i giorni passo lungo la via con i guanti e raccolgo quello che trovo, come fanno praticamente tutti i negozianti della via. E infatti, non c’è neppure una cicca di sigaretta per terra, perché dove c’è bellezza c’è anche rispetto”, racconta la signora Carla, nume tutelare della via Diaz tanto da averne voluto proteggere l’essenza acquistando quello che era stato lo storico negozio-studio di Ico Parisi, La Ruota, per evitare che venisse stravolto per diventare un’anonima pizzeria (lo avevamo raccontato, qualche anno fa, su queste pagine e poi online anche sul sito comozero.it): “Non siamo una via d’élite ma probabilmente attiriamo una clientela un po’ meno giovane rispetto ad altre vie – dice – però da qui passano comaschi, famiglie, turisti. E tutti restano incantati”.

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