E per un locale che è lì da sempre e ha vissuto ogni singola trasformazione di questa zona com’è la storica Taverna Spagnola (vedi sotto), ce n’è uno giovanissimo che qui non sarebbe mai arrivato se non fosse stato per la Ztl.
È il Lighthouse di via Garibaldi, vivacissimo cocktail bar di Azzurra Borromeo, che racconta: “Ho preso questo locale nel 2017, quando la Ztl qui era già diventata realtà e devo essere sincera, se non avessi avuto la possibilità di avere i tavolini all’aperto non l’avrei neanche preso in considerazione”.
Ai tavoli all’interno e nella saletta al piano inferiore, infatti, si aggiungono 12 tavoli all’esterno che, soprattutto oggi, si sono rivelati preziosissimi: “Il locale che c’era qui prima del mio aveva solo tavoli all’interno perché in via Garibaldi passavano le auto, c’erano i parcheggi e il marciapiedi era troppo stretto per i tavolini – spiega – io invece ho sempre potuto disporre di posti a sedere all’aperto che, soprattutto con la bella stagione e i turisti, sono fondamentali. E ora vorrei fare richiesta per approfittare dell’opportunità offerta dal Comune di avere un po’ di spazio in più, almeno per quest’anno”.
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In programma, sperando che la stagione riprenda senza problemi, ci sono infatti serate di musica acustica e l’idea di poter ospitare più clienti approfittando degli spazi offerti dalla zona a traffico limitato è un’opportunità da non lasciarsi scappare.
Ma il pensiero di Azzurra va anche a chi non si trova in una posizione fortunata come la sua e sta affrontando questa ripresa con più difficoltà a causa delle restrizioni che vietano ancora il consumo all’interno dei locali: “Mi fa piacere sapere che chi non ha dehors potrà richiedere di utilizzare gli spazi dei parcheggi a pagamento per mettere i tavolini – dice – in questo modo anche i locali più penalizzati hanno l’opportunità di lavorare ed è bello pensare di ricominciare tutti insieme, senza lasciare indietro nessuno. Anche se questo costa qualche parcheggio in meno, la gente ha voglia di uscire e di ritrovarsi, che è la cosa più importante ora”.
Le pedonalizzazioni delle vie vicine hanno avuto conseguenze anche su piazza Volta, in particolare sui locali che vi si affacciano e che oggi hanno la possibilità di sfruttare lo spazio riqualificato per i tavoli all’esterno in una situazione d’emergenza.
“Penso che sia un grande vantaggio per tutti – così Davide De Ascentis del Krudo – più si pedonalizza, meglio è sia per le famiglie che passeggiano più tranquille sia per i turisti. Da quando ci hanno rifatto la piazza è cambiata la vita, mettendo più tavoli tutta la città torna a vivere in modo diverso e si riempiono le piazze che altrimenti sarebbero vuote. Speriamo solo che il Comune ce li lasci anche dopo la pandemia, perché ci fanno solo bene. Anche in caso di emergenza non ci sono difficoltà di accesso per i mezzi di soccorso”.
Non tutto, però, è rose e fiori. “Il problema è che purtroppo manca ancora la pulizia in quest’area – conclude De Ascentis – dovrebbero intervenire più spesso perché ci sono in giro troppi rifiuti, anche le panchine non sono messe benissimo”.
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Dove c’era il traffico, ora fumano le pizze
Se sei stato il primo locale in città ad avere la licenza per vendere la pizza, come narra la leggenda, se ogni comasco che si rispetti almeno una volta nella vita ha fatto qui “una pizzata”, chi meglio di te può dire la sua sulla Ztl di via Garibaldi e dintorni?
La Taverna Spagnola di via Grassi, una delle pizzerie storiche della città, era lì quando non c’era la movida e in via Garibaldi e piazza Volta passavano i bus, quando movida era ancora una parola sconosciuta, quando la strada su cui si affaccia era asfaltata e le auto parcheggiavano lungo i marciapiedi. E quando i suoi tavolini all’aperto erano nient’altro che un piccolo spazio strappato alle strisce blu, tra le macchine che passavano e quelle che aspettavano si liberasse un posto.
“Ho questo locale dal 1991, quando ho lasciato il bar Volta, l’unico nella piazza che allora era tutta strada e parcheggi, ho vissuto in prima persona ogni trasformazione di questa via – racconta il titolare Ernesto Simone che lo gestisce con la socia Ebe – all’inizio, quando è stato deciso di includere anche questa via nella Ztl, ero scettico come tanti altri: pensavo che i clienti, abituati a parcheggiare a due passi, sarebbero andati altrove. Ma poi mi sono dovuto ricredere”.
Quattro mesi di cantiere, uno scavo davanti al locale che gli ha impedito di lavorare ma oggi, digerita la fatica di quel periodo, Ernesto si è trasformato in un ultras della Ztl e non solo per i benefici che ha portato al locale.
“Con la Ztl non è aumentato il numero dei tavoli fuori dal mio locale ma è migliorata nettamente la qualità della via – spiega – se escludiamo il passaggio dei residenti o dei furgoni, si può stare seduti a mangiare senza il traffico e lo smog di prima. A questo punto farei addirittura un passo in più: vorrei un centro completamente pedonale togliendo il traffico di chi fa le consegne, sostituendolo con navette elettriche come avviene già in molte città europee. Fermerei le macchine di chi viene a Como in parcheggi periferici come il Valmulini organizzando servizi navetta efficienti”.
Troppo? Forse sì, ma anche la Ztl, in qualunque momento della storia cittadina, ha fatto paura: “Le cose nuove spaventano sempre ma i cambiamenti, se fatti pensando al bene della città e delle generazioni future, non possono che portare a qualcosa di positivo – conclude – e chissà che quest’anno in cui abbiamo vissuto la città così bella senza traffico non faccia riflettere”.
2 Commenti
Per i bottegai dalla memoria corta: ricordate “Lucini go home” e le pagliacciate sotto il Municipio? Ricordate le feroci critiche e il pianto continuo e petulante per la mancanza del parcheggio davanti alla vostra botteguccia? Vergogna!
“…. Sperando che il comune ce li lasci dopo la pandemia….” . Come volevasi dimostrare , la norma transitoria diventerà perpetua. Le regole valgono solo per gli altri !