La polemicuzza pre-natalizia è sempre un sottile piacere. Almeno giornalistico, va così.
E così succede.
La chiusura (provvisoria e/o sperimentale) di via Milano in occasione dei weekend che hanno accompagnato alla celebrazione della Natività è finita al centro di un’analisi dell’architetto comasco, nome noto da queste parti e non solo, Sergio Beretta.
Armato di contapersone ha analizzato flussi, abitudini (pare non modificabili) e metodi delle persone in occasione dello stop al traffico di una delle più significative arterie viabilistiche della città.
Ne è nata un’ampia osservazione (con esito metodologico, non v’è dubbio) pubblicata prima su ComoZero Settimanale e poi, qualche ora fa, qui:
Via Milano chiusa e l’architetto conta-persone: “Erano 13mila ma le abitudini non cambiano”
Dunque, se avete letto l’articolo postato appena qui sopra, possiamo procedere.
Alle analisi di Beretta, risponde a spallate il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli. Lo ha fatto sul nostro Fb.
Scrive:
Però la realtà è che nei negozi entra meno gente, i flussi che la percorrono vanno nel centro e se non ci fosse la città dei balocchi queste persone non ci sarebbero in quanto non sono clienti. Nei fatti i ragionamenti fatti dall’Arch. Beretta non trovano riscontro perché l’analisi andrebbe fatta tra i clienti che abitualmente fanno acquisti nella via e quanti poi non la frequentano perché chiusa e scomoda da raggiungere. Le Ztl anche parziali hanno un senso solo se attiguamente ci sono parcheggi adeguatamente comodi, la via Milano Alta e piazza Roma sono un chiaro monito che certi equilibri non si gestiscono a tavolino facendo ipotesi è paragoni con altre realtà è situazioni diverse dalle nostre.
Risponde l’Arch, invero non poco stizzito, a stretto giro:
I ragionamenti fatti dal sottoscritto hanno riscontro nella letteratura di settore. Se a fronte di 13.000 persone che passano tu stacchi 2€ di fatturato, il problema non è di visibilità, ma di cosa e come esponi (o inviti ad entrare).
Il riscontro è dato dal metodo usato a livello internazionale, con la sola differenza che altrove vengono consegnati i registri contabili, qui è come se si chiedesse la prova di verginità, ergo la prova scientifica va a farsi benedire (e non per colpa di chi vuole indagare, ma dell’indagato). Le ZTL hanno valore A PRESCINDERE dai parcheggi che vi gravitano più o meno attorno (sulla letteratura scientifica, a richiesta, fornisco volentieri bibliografia ampia, documentata e aggiornata all’ultimo bimestre). Gli equilibri non si gestiscono a tavolino, ecco perché si raccolgono dati.
Si diceva un tempo: “C’è dibattito”. Vero e tutt’altro che poco interessante.
Aspettiamo nuovi contributi e contributors.
15 Commenti
Quindi, è lecito pensare che nell’edizione 2018 si sia incassato 20 e nel 2019 19,9 (numeri a caso, visto che non forniti). Bene, male ad essere sinceri, ma rispetto all’anno di riferimento? Magari nell’anno 2018 gli incassi sono stati 100 e nel 2019 il totale degli stessi è stato 50; con queste premesse, rimane la verità sul minor incasso nel periodo di riferimento, ma, nel confronto anno su anno, pare un successone… Inoltre, se si leggessero le dichiarazioni con un minimo di attenzione, si scoprirebbe che nessuno nega l’essenza di percorso di passaggio di via Milano, ma che il voler togliere il traffico privato lasciando quello pubblico, non cambia l’abitudine delle persone; per arrivare a tale modifica bisognerebbe intraprendere la via della ZTL.
bene come al solito i conti si fanno alla fine, il flusso pedonale generato dalla chiusura della via non ha portato benefici al commercio, gli incassi sono stati inferiori all’anno scorso, come ampliamete previsto, gli avventori che l’hanno percororsa, per la maggiore, l’hanno fatto per raggiungere il centro per i Balocchi e non per fare acquisti e i normali clienti penalizzati sono stati lontani, i ragionamenti da fare son ben più complessi e vanno fatti partendo da basi diverse da quelle proposte e evidenziate.
Quando un uomo con l’abaco incontra un uomo col contapersone, quello con l’abaco è un uomo morto.
Go Sergio Go
L’antifascismo e l’antirazzismo dovrebbero essere dei valori in cui si riconosce chiunque dia un valore alla nostra carta costituzionale. Difenda i valori dei suoi rappresentati,signor Casartelli,senza infangare i principi della Repubblica.
??? Mi sa che ha sbagliato articolo. ..
Be certo in un paese dove si parla solo di antirazzismo, antifascismo, sardine e quant’altro chi difende il lavoro e diventato anacronistico. Buona serata natalizia, e mi raccomando cominciate a scrivere le letterine in cinese se no non arriva più niente da babbo natale. Un abbraccio a tutti
Nell’era della comunicazione l'”assertività” è fondamentale. Sembrerà strano ma a volte anacronistici ci si nasce.
Non si può essere liberisti (più mercato meno regole) quando si guadagna e socialisti o sovranisti quando si perde (più protezionismo meno mercato)..solo questo. Non se la prenda così, è Natale!. ?
Il commercio al dettaglio sta cedendo inesorabilmente passo a quello online con buona pace di tutti,è perfettamente inutile cercare scuse o giustificazioni…..
La questione non è sapere chi vince né tantomeno discutere sul tipo di intervento fatto ma è importante capire che, senza un’analisi di come vengono vissuti i luoghi della città, non si può immaginare nessun intervento evolutivo. Questo vale per qualunque piazza, per via Milano come per via Borgo Vico.
Mamma mia, esce il lago da quanto piange ?!
Non è che con qualche parcheggio in più i clienti aumentano: se vogliono recarsi in via Milano, le persone ci possono andare a piedi, l’autosilo dista pochi metri.
Anch’io sto con l’architetto ??
Ci sono tre aspetti interessanti.
Il primo è che Confesercenti pensa che qualsiasi iniziativa promossa in città sia finalizzata al miglioramento del giro di affari dei commercianti. Devo essere onesto. La prima cosa che ho pensato leggendo la lettera è stato: ma chi se ne frega degli affari dei commercianti!
Il secondo aspetto è la consapevolezza che emerge dal”Confesercenti pensiero” che il giro d’affari dei loro iscritti non dipende dalle loro capacità commerciali ma dalle iniziative del Comune. Neppure loro ci credono più? O sono capaci di lagnarsi e basta?
Il terzo aspetto è assai più triste. È talmente diffusa la convinzione che i commercianti evadono le tasse che nessuno crede più ai volumi dichiarati….sembrerebbe neppure i loro rappresentanti.
Ottimo 🙂
Senz’altro l’architetto ha ragione.
Visto che il sindacalisya dei bottegai
è in vena di commenti, potreste chiedergli perché l’Iva è la tassa più evasa in Italia?
Ha ovviamente ragione l’architetto e non il sindacalista dei bottegai.